LUCA TAVECCHIO
Cronaca

Milano Ortomercato: ecco come sarà Foody 2025, la nuova cittadella dell’agroalimentare italiano

Visita nel cantiere del padiglione Ortofrutta 1 che verrà inaugurato ad aprile 2024, primo passo del mega complesso che rivoluzionerà tutta l’area. Spada (Assolombarda): “Sarà un polo di attrazione per aziende italiane e internazionali della filiera”

A sinistra, il padiglione Ortofrutta dell'Ortomercato. A destra, il nuovo padiglione che aprirà ad aprile 2024 (Foto Canella)

A sinistra, il padiglione Ortofrutta dell'Ortomercato. A destra, il nuovo padiglione che aprirà ad aprile 2024 (Foto Canella)

Milano – L’obiettivo è trasformare l’Ortomercato in un Hub agroalimentare. Anzi, nell’Hub agroalimentare italiano. E magari diventare il punto di riferimento del settore per il Mediterraneo. Una strada lunga e piena di concorrenti ma che ha nel progetto Foody 2025 lo snodo fondamentale.

Da sinistra, Alessandro Spada (presidente di Assolombarda), Cesare Ferrero (presidente Sogemi) e Alessandro Scarabelli (direttore generale Assolombarda) visitano il cantiere del nuovo reparto Ortofrutta  (Foto Davide Canella) CANELLA
Da sinistra, Alessandro Spada (presidente di Assolombarda), Cesare Ferrero (presidente Sogemi) e Alessandro Scarabelli (direttore generale Assolombarda) visitano il cantiere del nuovo reparto Ortofrutta (Foto Davide Canella) CANELLA

Il nuovo Padiglione

Il cantiere di quello che sarà il nuovo Ortomercato, una parte del quale verrà inaugurata ad aprile 2024, è stato visitato dal presidente di Assolombarda Alessandro Spada, insieme al direttore generale Alessandro Scarabelli, accompagnati da Cesare Ferrero, presidente di Sogemi. In particolare, la visita ha riguardato il Padiglione Ortofrutta 1, la struttura ormai in dirittura d’arrivo lunga 450 metri che ospiterà 102 punti vendita e 160 baie di carico. Una struttura che rappresentarà un importante passo in avanti per l’Ortomercato: permetterà infatti agli operatori di avere aree carico e scarico dedicate, con accesso diretto ai camion e un sistema informatizzato per razionalizzare l’attività.

Il rendering di Foody 2025, come sarà tra due anni il nuovo Ortomercato
Il rendering di Foody 2025, come sarà tra due anni il nuovo Ortomercato

La gara con Barcellona e Parigi

“I lavori, una volta conclusi - ha detto Ferrero - consegneranno a Milano, alla Lombardia e a tutta la filiera agroalimentare italiana un’infrastruttura strategica, finalmente competitiva con gli altri grandi hub agroalimentari europei”. Il riferimento è a Parigi, primo mercato agroalimentare europeo, e a Barcellona, il cui Hub è tra i più dinamici e innovativi del settore. Un gap, quello con i due competitor europei, che Foody 2025 ambisce a colmare.

Il nuovo Padiglione Ortofrutta 1: a sinistra, le aree di carico; a destra, i lavori all'interno (Foto Davide Canella)
Il nuovo Padiglione Ortofrutta 1: a sinistra, le aree di carico; a destra, i lavori all'interno (Foto Davide Canella)

Spada il modello Milano 

“Sogemi  – ha detto Spada al termine della visita – è una realtà importante del territorio milanese ed è il centro nevralgico di tutti i mercati della città. La sua mission è quella di assicurare il benessere degli utenti garantendo qualità, sicurezza alimentare e capacità di scelta dei prodotti a prezzi concorrenziali. Un impegno che ha ricadute inevitabili anche nella comunità. Per questa ragione, parafrasando una recente dichiarazione dell'Arcivescovo di Milano Mario Delpini, Sogemi è, come molte imprese del nostro territorio, custode della città, grazie al suo spirito innovativo che la rende generatrice di benessere e di coesione sociale. Il progetto curato dall'azienda, Foody 2025, è inoltre un esempio di come l'eredità di Expo 2015 sia ancora tangibile e concreta. Parliamo di 300 milioni di investimenti per la realizzazione di piattaforme logistiche e produttive che consegneranno a Milano il primo mercato all'ingrosso d'Italia e uno tra i primi in Europa. Il territorio, in quest'ottica, dopo essersi confermato come centro nevralgico della manifattura, del design, della moda, dell'innovazione, diventerà presto anche un hub agroalimentare e polo di attrazione per aziende italiane e internazionali della filiera. Una circostanza che testimonia come Milano abbia reagito prontamente al Covid, risalendo e recuperando terreno in questi anni nelle classifiche con i benchmark internazionali. Un merito che va ricercato nella capacità imprenditoriale, ma anche grazie alla capacità di cogliere le sfide come sistema. Una peculiarità che va valorizzata con l'adozione di un modello di sviluppo che concepisca Milano come area vasta: la città deve in tal senso continuare a lavorare in sinergia con le istituzioni e con gli attori principali del territorio per disegnare un nuovo modello di crescita che possa consolidarla come il traino dell'economia italiana con ricadute positive in termini di accoglienza, attrattività e lavoro”. 

Una veduta dell'ortomercato di Milano. A sinistra, i nuovi padiglioni. A destra, i padiglioni inaugurati nel 1965 che verranno abbattuti e sostituiti entro il 2025 (Foto Canella)
Una veduta dell'ortomercato di Milano. A sinistra, i nuovi padiglioni. A destra, i padiglioni inaugurati nel 1965 che verranno abbattuti e sostituiti entro il 2025 (Foto Canella)

Rivoluzione della zona

L’appuntamento è stato l’occasione per fare poi il punto sulle sfide che attendono il polo agroalimentare milanese nei prossimi anni. L’ambizione di Sogemi è infatti portare all’interno dell’area istituzioni, come gli enti di controllo qualità e certificazione, le università e gli istituti professionali. Per aprire l’immensa area dell’est milanese (700mila metri quadrati) alla città e farla diventare perno della grande trasformazione che vivrà tutta la zona con la realizzazione del progetto Aria sui padiglioni dell’ex Macello.