di Roberto Canali
I giovani sono alla ricerca di lavoro e le aziende devono garantirsi il ricambio rispetto alle figure che vanno in pensione o in qualche caso ampliare la propria produzione, eppure incrociare la domanda e l’offerta in Lombardia è ancora molto difficile. Colpa in parte delle scelte dei ragazzi che supportati dalle loro famiglie preferiscono orientarsi verso studi a lungo termine, iscrivendosi in massa ai licei che presuppongono un lungo ciclo di studi procrastinando l’ingresso nel mercato del lavoro alla fine dell’università, rispetto agli istituti tecnici e le scuole professionali che invece garantirebbero risultati più immediati. Pensare che le offerte non mancano: da ottobre a fine anno nella nostra regione saranno assunte 258mila persone, con una percentuale in aumento del 5,6% rispetto al periodo che va da giugno a settembre. Quasi la metà dei nuovi ingressi sarà in provincia di Milano, con 120mila posti di lavoro molti dei quali nel commercio e nei servizi (un aumento del 13,1% rispetto al trimestre scorso), seguono Brescia con 31mila nuovi ingressi, Bergamo con 25mila, Varese 14mila, Como con 11mila.
Per le aziende lombarde garantirsi il ricambio necessario per le mansioni tecniche però è diventato un problema, basti dire che un terzo delle nuove assunzioni ricade tra le "figure di difficile reperimento", con percentuali che superano il 35% nelle province più industrializzate come Varese (40% del totale), Lecco (39%), Como (39%) e Monza (37%). In base ai fabbisogni delle imprese e della pubblica amministrazione nell’arco dei prossimi 4 anni le figure più ricercate saranno i conduttori di impianti (in crescita dal 5,7% al 6,1%), gli operai specializzati (passati dal 10,2 al 12%), gli impiegati (dal 10,4 al 13,3%), le professioni tecniche (cresciute dal 20,7 al 20,9%) e le professioni dirigenziali e specialistiche (dal 18,4% al 20,2%). Sarà invece ancora più difficile trovare lavoro per chi non ha qualificazioni (i posti disponibili scenderanno dal 10,2% al 9,8%) e le professioni legate ai servizi (che scenderanno dal 24,4% al 17,7%). Distinguendo per tipologia di indirizzo nei prossimi cinque anni i diplomi più richiesti saranno quelli in amministrazione, finanza e marketing (26,4%), meccanica, meccatronica ed energia (11,7%), i licei (9,9%), in ambito socio-sanitario (8,9%), turismo, enogastronomia e ospitalità (7,4%), le costruzioni (6,8%), elettronica ed elettrotecnica (4,9%), trasporti e logistica (4,8%), agroalimentare (4%), liceo artistico (3,8%), liceo linguistico (3%), informatica e telecomunicazioni (2,5%), chimica e biotecnologie (2,3%), produzione, manutenzione, industria e artigianato (1,8%), sistema moda (1,3%), grafica e comunicazione (0,6%).