
Il Comune di Milano aveva bocciato la richiesta con motivazioni circa la presunta "non rilevanza artistica" e "il messaggio troppo scioccante". Ma l’artista Angelo Orazio Pregoni, all’alba di lunedì, ha deciso lo stesso di “gettare“ la sua opera sulle acque del Naviglio: una zattera su cui giacciono cadaveri, insieme a un telo di sei metri appeso al ponte Alexander Langer sulla Darsena, in memoria del massacro di Bucha in Ucraina. Una installazione di fatto abusiva che però, finora, non è stata rimossa. "Nonostante il diniego ricevuto dal Comune ha prevalso in me la voglia di far parte del mio tempo e di poterlo raccontare", spiega Pregoni, già autore di un dipinto a olio sullo stesso tema comparso lo scorso aprile sulla passerella di Porta Genova. "Quella zattera non autorizzata dal Comune di Milano oggi vale 50mila euro - spiega Maria Marchese, art curator, critica d’arte e poetessa-. Ammicca, rispettosa, ma, altrettanto, impertinente, all’alba, sulla Darsena".