Onorato-Grillo, piani di salvataggio

Dal presunto aiuto dell’ex comico al progetto di concordato preventivo ora decisivo per le sorti di Moby

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Non solo l’eventuale aiutino (retribuito) di Beppe Grillo. Anche il possibile salvataggio dal fallimento porta in questi giorni all’attenzione dei magistrati le sorti della Moby spa e del suo armatore Vincenzo Onorato. "Questo dobbiamo trattarlo bene" è il tenore dei messaggi, sintetizzato dagli inquirenti, che il garante del Movimento 5S avrebbe indirizzato ai parlamentari più coinvolti nelle questioni legate alle concessioni delle tratte e alle norme sugli sgravi fiscali nel settore del trasporto marittimo.

Parole pronunciate per aiutare l’amico di vecchia data Onorato, fondatore del gruppo Moby, con cui, a partire dal marzo 2018, Grillo stringe un accordo di partnership per pubblicizzare la compagnia di navigazione sul suo famoso blog. L’accusa (tutta da dimostrare) è che dietro il contratto pubblicitario - costato 240mila euro in due anni - l’armatore stesse in realtà comprando l’influenza di Grillo sul M5S per uscire dalla crisi in cui ancora oggi versa il gruppo.

La procura indaga da tempo su un doppio binario: uno fallimentare - da poche ore è stato depositato un nuovo piano per il salvataggio - e l’altro penale su presunti reati tributari. L’armatore travolto dai debiti si sarebbe rivolto all’amico di sempre. "In ballo c’è il posto di lavoro per 6 mila famiglie di marittimi" ripeteva ieri il legale di Onorato, Pasquale Pantano, al termine delle udienze forse decisive - davanti al tribunale fallimentare - per il possibile salvataggio della Moby spa e della controllata Cin, Compagnia italiana di navigazione che acquisì per incorporazione Tirrenia finita in amministrazione straordinaria qualche anno fa.

Ieri la famiglia Onorato ha presentato un piano di ristrutturazione del debito sul quale pende il giudizio determinante proprio dell’amministrazione straordinaria di Tirrenia, creditrice per 180 milioni. A quella è stato proposto in concordato preventivo un pagamento di 144 milioni garantiti da ipoteca con 4 navi, pari all’80 per cento dei 180 di debito (per la commissione arbitrale “solo“ 159). Il pm Roberto Fontana, che ha sollecitato Tirrenia a dare un parere in una decina di giorni per "non perdere tempo", dal canto suo ha chiesto di estendere la richiesta di fallimento già avanzata per Cin anche a Moby per innescare l’amministrazione straordinaria per entrambe le società nel caso in cui venisse rigettata la proposta di concordato.

Mario Consani

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