
Gli agenti hanno portato in Questura un nordafricano che vive nello stabile
Milano, 7 agosto 2019 - Letti a castello si vedono spuntare dalla strada, alzando gli occhi verso il primo piano del palazzo di viale Monza 101, una casa di ringhiera a due passi dalla fermata Rovereto della metropolitana, linea rossa, e dal ponte ferroviario ora in fase di restyling. In questa palazzina di quattro piani ieri, prima dell’alba, è stato trovato il corpo senza vita di Gerges Milad Sheker Camel, muratore egiziano di 30 anni. Un regolare permesso di soggiorno, alle spalle nessun problema con la giustizia.
Era riverso sul ballatoio del primo piano della scala A affacciato nel cortile interno. Ucciso da coltellate profonde, inferte con una lama affondata almeno tre volte nel collo. Ha perso molto sangue. Un omicidio che è ancora irrisolto, anche se sotto la lente degli investigatori ci sarebbero tre persone, presumibilmente coinquilini della vittima, interrogati a lungo. L’ipotesi è quella di una lite finita nel sangue. «In quell’appartamento - la voce di vicini e commercianti - vivevano almeno 7 persone». Altri sono stati ascoltati come testimoni. Al lavoro gli investigatori della Sezioni omicidi della Squadra Mobile di Milano coordinati da Lorenzo Bucossi. L’ipotesi principale (al centro del fascicolo d’inchiesta aperto dal pm Francesco Ciardi), fin dall’inizio è stata quella dell’omicidio volontario. Ma riavvolgiamo il filo. Poco prima delle 4.30 da viale Monza 101 arriva una richiesta di aiuto per un ferito, agonizzante sul ballatoio. Chi parla, racconta di aver sentito una lite furibonda con urla e tonfi. Il 118 è sul posto in pochi minuti con un’ambulanza e un’automedica: il corpo del 30enne è a terra, sul ballatoio, in una pozza di sangue. E i soccorritori non possono far altro che constatarne la morte per la gravità delle ferite al collo, causate da un coltello poi trovato dalla polizia e sequestrato. Intanto la prima Volante si accorge che tracce di sangue provengono da un appartamento al primo piano, quello che il 30enne condivideva con altri immigrati egiziani, vicino al ponte ferroviario.
È stato colpito in casa e poi sul ballatoio? Le coltellate sono state inferte nell’appartamento e poi il ragazzo è stato trascinato fuori? Domande ancora senza risposta. L’area è stata isolata per ore, per consentire i rilievi della Scientifica e della Squadra Mobile. Da capire, anche il motivo che ha scatenato l’aggressione furiosa che ha portato alla morte. In mattinata una pozza rossa, lucida come vernice, occupava una porzione di cortile ed era ancora ben visibile. Mentre il vetro rotto del portoncino all’ingresso della scala A «è così da tempo», fa sapere un residente, e quindi non avrebbe a che fare con la disgrazia. Chi era Gerges Milad Sheker Camel? «Un bravo ragazzo - lo descrive il commerciante dell’Internet point e negozio di alimentari dello stesso civico -. Ogni tanto veniva a comprare qui alcune cose da mangiare. Ieri sera (lunedì, ndr) non aveva comprato niente ma era passato a salutare. L’ho visto per l’ultima volta».