Omicidio via Piranesi, un testimone: "Hanno litigato, lui è andato via. Lei piangeva"

A parlare è il cameriere del ristorante dove la coppia ha cenato: l'ultima volta che Roberta è stata vista viva

Agenti sulla scena del crimine. Nel riquadro, il reo confesso

Agenti sulla scena del crimine. Nel riquadro, il reo confesso

Milano 212marzo 2019 - «Era domenica sera. Lo ricordo bene perché c’era il derby. Entrambi erano ubriachi e agitati, si sono avvicinati al tavolo come se ballassero. Dopo circa 20 minuti si sono messi a litigare. Lui a un certo punto è andato via e non è più rientrato. La signora piangeva. Si è fatta incartare il cibo e lo ha portato a casa. Sono stato io a chiamarle il taxi». Il cameriere del ristorante “Il Giardino della birra” all’Ortica è stato tra gli ultimi a vedere in vita Roberta Priore, 53 anni, trovata morta martedì alle 16 in casa sua, un appartamento al quinto piano di via Piranesi 19, vicino viale Corsica. Il compagno Pietro Carlo Artusi è stato fermato poco dopo dai poliziotti e ha confessato il delitto: le ha premuto più volte un cuscino sul volto perché «volevo impedirle di urlare». 

La lite era scoppiata durante la cena al ristorante. La scintilla scattata perché «Roberta mi insultava e flirtava con altri uomini, in particolare con un cliente al bancone», ha dichiarato Artusi. Il cameriere ricorda momenti della serata. «Sono andato io a prendere gli ordini. Ha parlato solo la signora, lui non ha detto nulla. Lei parlava a voce alta. Dopo che lui se n’era andato, piangeva». Su cosa sia successo dall’uscita del ristorante fino alla tragedia, sono in corso accertamenti. Al momento c’è solo la versione di Artusi, che ha spiegato di essere rientrato attorno alle 22 e di aver visto rincasare Roberta almeno mezz’ora dopo. Ha riferito che entrambi, in momenti diversi, avrebbero fatto uso di coca. «Siamo andati avanti per due o tre ore a discutere». Poi ha raccontato di lanci di oggetti. Infine il cuscino sulla faccia, «per impedirle di urlare». Accortosi che la compagna era morta, dopo aver pensato al suicidio e scatenato un principio d’incendio, sarebbe uscito. Per trovare al suo rientro polizia e vigili del fuoco. A lanciare l’allarme è la figlia 22enne di Roberta, che non riusciva a mettersi in contatto con la madre da due giorni. «Ho la febbre alta», le risposte ai suoi messaggi. Ma a rispondere, si è scoperto poi, era Artusi, mentre la 53enne era già morta. Roberta aveva manifestato preoccupazione ai familiari per episodi «aggressivi» di lui. La polizia era già intervenuta in quella casa l’11 e il 14 marzo, sempre a seguito di liti. La tragedia si sarebbe potuta evitare?

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