ANDREA GIANNI
Cronaca

L’omicidio di Pierantonio Secondi “non fu imprevedibile”. La famiglia chiede accertamenti su due pm di Milano

Mentre è definitiva la condanna a 24 anni per Dorel Grec, che uccise l’82enne, restano senza risposta le richieste di fare piena luce sui tanti allarmi “sottovalutati” prima del delitto

I rilievi sul luogo del delitto

I rilievi sul luogo del delitto

Milano – La condanna a 24 anni di carcere di Dorel Grec, il romeno che il 6 dicembre 2021 ha accoltellato e ucciso l’82enne milanese Pierantonio Secondi, usando una motosega per aprirsi un varco nella porta dell’appartamento in via Giulio Romano, è ormai definitiva. Ma il caso non è chiuso. Una sorella della vittima, assistita dall’avvocato Raffaella Marmo, sta portando avanti una battaglia perché vengano accertate responsabilità disciplinari dei due pm di Milano che, nonostante l’escalation di minacce e violenze, non avrebbero preso quelle misure, rafforzate anche dal Codice rosso, per proteggere il pensionato dal suo persecutore, che non accettava la fine della relazione. Una battaglia che, finora, si è scontrata con un muro di silenzio.

Risale ai giorni scorsi l’ultima Pec inviata dall’avvocato Marmo alla Procura generale presso la Cassazione, per chiedere se sono state prese decisioni su un esposto trasmesso a Roma e protocollato l’11 marzo 2022, ormai due anni fa. "Non sappiamo se è ancora in fase di valutazione, se sono stati presi provvedimenti o se è stato archiviato – spiega il legale, che collabora anche con centri antiviolenza –. Per noi è importante dare un segnale, perché per proteggere la vittima sarebbe bastato applicare il Codice rosso". Risale al 21 luglio 2021 la prima richiesta di ammonimento presentata da Secondi all’Ufficio Stalking della Questura, esprimendo il timore "per la propria incolumità".

Da allora una escalation che non si è fermata neanche dopo la misura del divieto di avvicinamento violata più volte da Grec. Le ripetute richieste avanzate dalle forze dell’ordine e dall’avvocato Marmo per ottenere dalla Procura provvedimenti più restrittivi sono state solo parzialmente accolte. L’esposto, in particolare, si focalizza su due circostanze. Il 26 agosto 2021, Secondi subì una "gravissima" aggressione da parte di Grec, ma il pm "decise di non applicare alcuna misura motivando per iscritto erroneamente che difettava la querela della persona offesa". Poi, nelle drammatiche settimane che precedettero l’omicidio, c’è la "sottovalutazione" di una "situazione che stava precipitando", e richiedeva l’applicazione di misure in grado di proteggere il pensionato.

"L’omicidio non era imprevedibile – spiega il legale – oltre ad essere stato preannunciato dallo stesso assassino era stato segnalato come scenario probabile sia da questo difensore che, soprattutto, dalle forze dell’ordine". Una tenacia, nel chiedere accertamenti "sull’operato dei pm di Milano", finora rimasta senza risposte. Ma non è l’unica delusione, per i due fratelli e per la sorella della vittima. Il 38enne Dorel Grec, che lavorava in una farmacia, è stato condannato a versare loro un risarcimento di 600mila euro, ma non ha mai pagato. Lo Stato, in questi casi, può erogare un indennizzo ai parenti delle vittime di reati violenti, come forma di sostegno. Ma loro, pur essendo parenti stretti, non hanno i requisiti per accedere ai fondi. Il motivo? Non erano conviventi con Pierantonio Secondi.