Omicidio Landriani, gli amanti killer intercettati al telefono: “L’hai ammazzato davanti a me”

Milano, la convivente del pensionato ucciso e il suo compagno inchiodati dalle intercettazioni e dalle telecamere nelle case Aler

Piero Luigi Landriani e la polizia sul luogo del delitto

Piero Luigi Landriani e la polizia sul luogo del delitto

Milano – “Non è sveglio. Panigarola 8 siete?", chiede l’operatore del 112. "Non è sveglio", risponde la donna che ha chiamato per chiedere l’intervento di un’ambulanza. "Panigarola 8 siete? Mi risponde?", la incalza l’interlocutrice al telefono. La donna è distratta, sta parlando con qualcun altro: "Tu mi lascia di fottermi da sola? Io mando la polizia a casa tua eh... Giovanni, Giovanni...", si sente in sottofondo nell’audio registrato.

Sono le 23.12 del 25 aprile, siamo in uno stabile Aler in zona Corvetto a Milano. La 49enne brasiliana Andrèina Cristiane Nascimento telefona al 112 per riferire che il convivente Piero Luigi Landriani, 69enne assegnatario dell’alloggio popolare, è stato accoltellato da due pusher marocchini per un debito di 70 euro. Non è da sola: oltre al pensionato, a terra agonizzante, c’è un altro uomo, Giovanni. Lo stesso Giovanni che la contatterà al cellulare subito dopo essersi allontanato dall’appartamento alle 23.17: "Tu sei testimone, tu hai visto che i marocchini hanno accoltellato a lui, allora perché non ti presenti?", gli dice lei, a voler ribadire la versione che hanno concordato.

Una versione che verrà poi raccontata dalla donna agli investigatori della Mobile, che la troveranno sin da subito inverosimile: Nascimento dice che a uccidere Landriani sono stati due spacciatori nordafricani. Tutto falso, secondo quanto accertato dagli agenti coordinati dal dirigente Marco Calì e dal funzionario Domenico Balsamo: ad accoltellare per più di 10 volte il sessantanovenne sarebbero stati proprio la brasiliana e il compagno Giovanni Iuliano, fermati ieri su mandato del pm Andrea Fraioli e portati a San Vittore. Resta da capire se sia stato solo uno a sferrare i fendenti o se abbiano colpito entrambi, ma su questo fronte un aiuto potrebbe arrivare dall’autopsia e dalla nota tecnica della Scientifica.

Per adesso, le immagini delle quattro telecamere installate nel cortile interno hanno dimostrato che nell’abitazione del quinto piano, nei minuti in cui è andato in scena il delitto, c’erano sia Nascimento che Iuliano: lei ci stava perché conviveva con Landriani, anche se lei precisava sempre di essere solo una coinquilina; lui ci andava per stare con lei, nonostante al sessantanovenne non andassero giù quegli incontri continui a casa sua. E forse è proprio in quel groviglio malsano di convivenze forzate, gelosie e litigi continui che va ricercato il movente. Poi ci sono le conversazioni tra i due amanti, dal contenuto lampante. Lei si sente braccata e addossa al compagno tutta la responsabilità ("Hai ammazzato Luigi davanti a me... Io non vado in galera per te"); lui prova a calmarla, senza riuscirci ("Stai parlando troppo...").

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