Omicidio a Cologno: "Begoña si era presa le prime ferie per andare dalla mamma"

I ricordi della collega: la settimana prossima sarebbe partita per la Spagna da sola era incerta, le abbiamo detto “vai, goditi questi giorni”. Lei, sempre dolce e sorridente

Maria Begoña Gancedo Ron

Maria Begoña Gancedo Ron

Cologno Monzese (Milano) - "Begoña lavorava qui". Palma Sorbera ci accompagna in biblioteca. "Le mie colleghe non se la sono sentita. Alcune non sono neanche riuscite a venire al lavoro questa mattina (ieri, nda), perché sono ancora sotto choc. Io stessa non riesco ancora a realizzare che sia vero". Dopo la serrata di martedì, in segno di lutto, ieri la sala lettura ha riaperto, sommersa tra le telefonate e i messaggi che sono stati lasciati in ricordo di Maria Begoña Gancedo Ron. "Chiamano mamme, nonne, maestre. Begoña ha lasciato un segno in chiunque l’abbia conosciuta. Era dolcissima, un pezzo di pane ed era bravissima con i bambini". Martedì mattina Palma non era in Comune.

"Mia figlia discuteva la tesi di laurea. Mi hanno chiamato le colleghe, poi ho letto le prime notizie: quando ho capito, sono rientrata in servizio. Non ci credevo". Palma e Begoña non erano solo colleghe. "I nostri figli si conoscono, mia figlia e una delle gemelle erano compagne di banco a scuola. A San Maurizio la conoscevano tutti. Il quartiere è un borgo, una bolla. E, anche per la sua storia, gli abitanti le hanno sempre voluto bene". Straniera, vedova, con due gemelle con sindrome di Down. "Quando è arrivata in Italia parlava pochissime parole. Si è sempre data da fare, con l’immancabile sorriso. Ha vissuto il precariato: qualche supplenza negli asili, poi i contratti con una cooperativa che lavorava sempre per il Comune, infine l’assunzione del municipio". Si era fatta da sola "Begonia", come la chiamavano. "La conoscevo già prima di conoscerla: me la ricordo nel quartiere portare le gemelle in giro col passeggino. Poi siamo diventate amiche e colleghe. La vita non le ha proprio risparmiato nulla, ma non si è mai lamentata né sfogata. Qui, sul lavoro, non ha mai parlato della famiglia, mai del figlio o dei suoi problemi".

Settimana prossima sarebbe dovuta partire per la Spagna. "Si era presa le prime ferie. Sarebbe andata a trovare la madre, che non aveva visto per due anni a causa del Covid. Per la prima volta sarebbe partita da sola, senza portarsi le gemelle. Era un po’ incerta, ma noi le avevamo detto “Vai, goditi questi giorni e tua mamma”. Invece, non ha potuto avere neanche questa piccola felicità". Una vita di sacrifici, consacrata ai figli. "Le ragazze stanno trovando una loro autonomia e indipendenza, anche se vanno seguite. Una ha anche iniziato a lavorare. Quando il figlio è stato assunto dall’Esselunga era contentissima. Non aveva più pensieri e preoccupazioni. Non è vero che questa era una tragedia annunciata: Daniel è sempre stato un ragazzo schivo, timidissimo, mite". Oggi le gemelle di 23 anni sono con gli zii. "La cognata le ha dato sempre grande supporto. In questa tragedia un pensiero particolare va a queste ragazze". Che, per la seconda volta, hanno dovuto assistere alla morte di un genitore. La prima 15 anni fa, quando il padre Felice morì di infarto davanti alla famiglia riunita in salotto. La seconda l’altra notte, quando il fratello avrebbe accoltellato la madre.

 

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