Dalla strage di Erba all’omicidio della studentessa Lidia Macchi nel 1987, fino al delitto di Garlasco. Sono solo alcuni dei casi di cronaca legati dall’incuria dei reperti, che "ha permesso gravissime sparizioni o deterioramenti di corpi di reato sotto custodia". Reperti che, se conservati con cura, anche a distanza di decenni "possono continuare a parlare" e, grazie alla scienza, possono contribuire a risolvere cold case. Proprio le difficoltà nel trovare i corpi di reato potrebbero spegnere sul nascere le nuove indagini sull’omicidio di Fausto e Iaio, Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, caduti in un agguato nel 1978 nei pressi del Leoncavallo.
Parte da queste considerazioni una proposta avanzata dall’ex magistrato Guido Salvini e dal criminologo Alberto Miatello, in occasione dell’apertura della mostra "Sotto assalto. Bande armate e violenza politica nella Milano del secondo dopoguerra" all’Archivio di Stato: una legge che preveda la conservazione obbligatoria dei reperti relativi a stragi e omicidi (sia comuni sia di mafia e terrorismo) in "locali separati e casseforti", con modalità adeguate per impedirne il deterioramento e la nomina di due magistrati per ogni ufficio giudiziario "personalmente responsabili della custodia". La mostra, curata dagli archivisti Carmela Santoro e Fulvio Beschi, oggi rimarrà aperta al pubblico. Un tuffo nel passato, tra bande criminali e attentati che hanno insanguinato Milano. Fra i documenti in mostra una ricostruzione della rapina di via Osoppo e l’ordigno inesploso (nella foto) portato in aula per il processo su piazza Fontana.A.G.