Milano, 20 giugno 2019 - Il premier Giuseppe Conte ci sarà fisicamente, il vicepremier Matteo Salvini ci sarà «con il cuore». Il Governo, dettagli a parte, scende in pista in vista della votazione del Comitato olimpico internazionale (Cio) per l’assegnazione della sede delle Olimpiadi invernali del 2026.
Milano-Cortina sfida Stoccolma-Are, la decisione finale è attesa lunedì. Appuntamento allo Swiss Tech Convention Center di Losanna. A votare saranno 83 delegati del Cio, il “numero magico” per aggiudicarsi i Giochi è 42, cioè il quorum minimo per avere la maggioranza. La votazione a porte chiuse si svolgerà tra le 16 e le 16.30 di lunedì, la proclamazione del vincitore avverrà alle 18 nella Sala Auditorium dello Swiss Tech. Conte, al momento della verità, sarà a Losanna. Una presenza, quella del presidente del Consiglio, subito apprezzata dal governatore lombardo Attilio Fontana: «È un’ottima notizia che rende ancor più forte il senso di compattezza che sta caratterizzando la nostra candidatura». Il vicepremier e leader della Lega Salvini, invece, non ci sarà, ma tifa senza se e senza ma per Milano-Cortina: «Lunedì sarò con il cuore a Losanna. Spero che il Cio voti bene, le Olimpiadi in Italia ci riempirebbero di orgoglio ma anche di fatturato». Una parte della delegazione italiana, capeggiata dal presidente del Comitato olimpico nazionale italiano (Coni) Giovanni Malagò, è già a Losanna per le battute iniziali della 134esima sessione del Cio che porterà alla scelta per i Giochi 2026.
La caccia al voto continuerà fino all’ultimo minuto utile. Anche i campioni italiani di sci faranno del loro meglio per convincere la maggioranza dei delegati Cio. La fuoriclasse Sofia Goggia parlerà dal palco: «Le Olimpiadi a Milano-Cortina? Sarebbe un sogno enorme, io e la mia amica e conterranea Michela Maioli, oro nello snowboard cross a Pyeongchang, dovremmo fare un breve discorso in inglese davanti alla commissione del Cio per convincerli a dare quell’ultimo tocco alla candidatura italiana in cui crediamo». Ecco, manca un “ultimo tocco” per conquistare i Giochi, ma la sfida resta aperta. Il dossier italiano, finora, ha convinto di più i delegati del Cio. Non a caso lo scorso 14 giugno il Cio ha chiesto al Comitato di candidatura svedese dei «chiarimenti» sulle garanzie finanziarie. Christophe Dubi, direttore delle candidature olimpiche del Cio, spiega: «Abbiamo ricevuto una serie di lettere di intenti e di garanzie non vincolanti e questo rappresenta un rischio». La risposta svedese non si fa attendere: «Abbiamo un dialogo permanente, positivo e costruttivo con il Cio. A volte via mail a volte via cartacea». Dubi conferma («abbiamo scambi regolari con loro») e aggiunge: «Nel rapporto della commissione di valutazione (pubblicato il 24 maggio, ndr), tutti hanno potuto leggere come mancassero degli elementi. Si lavora su queste garanzie, bisogna perfezionare». Insomma, i problemi tecnici sulla candidatura di Stoccolma-Are non mancano. Eppure la Svezia può contare su un argomento che ha una sua forza: il Paese scandinavo non ha mai ospitato nella sua storia le Olimpiadi invernali. L’Italia, invece, se ne è già aggiudicate due edizioni: Cortina 1956 e Torino 2006.