Olimpiadi, Calgary rinuncia: Milano e Cortina in pole

Referendum boccia la candidata canadese. Sala: "Da noi l’82% è favorevole". Stoccolma in bilico

Il derby Italia-Svezia (LaPresse)

Il derby Italia-Svezia (LaPresse)

Milano, 15 novembre 2018 - Meno una.  Calgary fa un passo indietro. Il referendum popolare ha bocciato la candidatura della metropoli canadese alle Olimpiadi invernali del 2026 con il 56% di «no». In pista per i Giochi restano in due, Milano-Cortina e Stoccolma, attese il prossimo 28 novembre a Tokyo, dove dovranno presentare i dossier di candidatura al Comitato olimpico internazionale (Cio). Un passaggio importante in attesa dell’11 gennaio, quando le candidate dovranno fornire le garanzie economiche al Cio. Milano-Cortina è certa di esserci, pur con l’appoggio economico delle Regioni Lombardia e Veneto e non del Governo. Ma il ministro dell’Interno Matteo Salvini l’altro giorno ha anticipato che in caso di necessità il Governo scenderebbe in campo a supporto della candidatura italiana. La Svezia, invece, non ha ancora un Governo in carica: il Parlamento ieri ha negato la fiducia al primo ministro in pectore Ulf Kristersson. Tutto da rifare. E candidatura olimpica in bilico. Nel Paese scandinavo sta facendo proseliti l’idea di rimandare la candidatura al 2030. In quel caso Milano-Cortina resterebbe solitaria e vincente.

Scenari futuri a parte, il sindaco Giuseppe Sala è cauto: «Milano-Cortina a un passo dalla candidatura? Lo capiremo meglio a Tokyo. Sarà una giornata in cui potremo sentire le opinioni dei delegati. Mi sto studiando le facce di ognuno. Voglio capire se c’è una certa predisposizione verso la nostra candidatura. Il presidente del Cio Bach ha già speso belle parole: è forse l’unico tedesco che è positivo rispetto a cose che nascono in Italia». Il passo indietro di Calgary non sorprende il numero uno di Palazzo Marino: «Un sondaggio fatto tramite il Cio vedeva l’82% dei milanesi favorevoli ai Giochi. Da noi ci sarebbe un altro effetto Expo. A Calgary, comunque, le Olimpiadi hanno perso di poco. Stoccolma verso la rinuncia? Non mi preoccupo. Se dovessimo rimanere da soli, non mi metterei a piangere». Sala, anzi, sorride sornione. E non si dice preoccupato da così tante rinunce ai Giochi del 2026 (prima di Calgary ci sono state Sapporo, Sion, Graz ed Erzorum), un dato che potrebbe far pensare che l’evento olimpico non è un affare. «È la stessa domanda che mi si faceva al tempo di Expo 2015, ma avevo ragione io – replica il sindaco –. Non sono preoccupato. I grandi eventi sono una grande opportunità, bisogna saperli gestire bene. Milano ha già dimostrato di saperli gestire bene».

Il primo cittadino è soddisfatto anche dalle parole di Salvini: «Mi pare un’apertura interessante. Per una volta sono abbastanza d’accordo con Salvini. Se Di Maio è d’accordo o no? Il nostro riferimento è Giorgetti, che ha la delega allo Sport». E Giorgetti è leghista come Salvini e come il governatore lombardo Attilio Fontana: «Restiamo più concentrati che mai sull’obiettivo. Le notizie che giungono da altre parti del mondo non devono distrarci».

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