Olimpiadi 2026, Arianna Fontana testimonial: "Riportare qui i giochi è un’altra medaglia"

La ragazza d'oro è fiduciosa

Arianna Fontana campionessa di short track e testimonial olimpica

Arianna Fontana campionessa di short track e testimonial olimpica

Milano, 6 aprile 2019 - «Ci credo». La commissione del Cio ha appena ultimato l’analisi del dossier della candidatura MilanoCortina 2026 per ospitare le Olimpiadi invernali. Da Palazzo Reale esce anche Arianna Fontana. Una che - come dirà lei stessa - è abituata ai messaggi chiari: «Quando ho qualcosa da dire, lo dico». È fiduciosa. Per la seconda volta in una settimana (martedì era in Trentino), la regina italiana dello short track e “ambasciatrice” della sfida a cinque cerchi è stata a tu per tu con i commissari del Comitato olimpico internazionale chiamati a scegliere tra la candidatura italiana e quella svedese (a giugno il verdetto). La campionessa valtellinese - 29 anni la prossima settimana, otto medaglie olimpiche (la seconda migliore azzurra di sempre e la più giovane sul podio a Torino 2006, a 15 anni) - si è presa un periodo di pausa dalle competizioni dopo le medaglie nei Giochi invernali in Corea del Sud di un anno fa. Ma non dallo sport. «Riportare le Olimpiadi nel nostro Paese sarà come vincere un’altra medaglia», dichiara decisa.

Le prova tutte, anche il Carnevale di Venezia...

«Ho fatto qualcosa di diverso dalle mie abitudini. È stato emozionante scendere dal campanile di San Marco vestita da Aquila e poi sventolare la bandiera con il logo della candidatura di Milano-Cortina: un messaggio forte».

Ai messaggi forti ci ha abituato... E ha abituato la Federazione con cui non sono mancate divergenze anche sulle scelte degli allenatori: il suo impegno per il 2026 è un segnale di pace?

«Vengo chiamata “testa calda” perché quando ho qualcosa da dire lo dico. Ma non sono capricci: quando ho piantato i piedi l’ho fatto per raggiungere gli obiettivi, per crescere e far crescere il movimento».

La pausa dalle competizioni come va letta?

«Dopo Sochi 2014 ho continuato e non è andata bene. Non ho voluto ripetere l’errore: l’Olimpiade mi stanca fisicamente ma soprattutto mi prosciuga a livello nervoso. Quando finisce sono come uno zombie, per tre giorni fatico anche a camminare».

Il ruolo di portabandiera dell’Italia in Corea del Sud è stata una tensione ulteriore?

«No, mi ha dato una carica in più per costruire le vittorie già dalla consegna del tricolore».

Nel 2022, a Pechino, la vedremo in pista?

«L’idea è continuare: chiedo però uno staff tecnico che mi permetta di arrivare competitiva all’appuntamento olimpico».

Possiamo dire che in suo marito ha trovato il miglior allenatore? Ruoli difficili da unire?

«Mio marito mi ha cambiato la vita personale e professionale: è riuscito a far conoscere aspetti della mia persona che non sapevo di avere. Funziona».

Come si immagina nel 2026?

«L’età non mi consente di gareggiare: mi piacerebbe essere coinvolta nell’organizzazione, qualcosa legato alla prova di short track. Spero che l’Italia vinca la candidatura. Sarebbe un’occasione unica per il Paese: l’Olimpiade è anche la “scusa” per migliorare gli impianti».

Quanto è cresciuto lo short track dalla sua prima medaglia ai Giochi di Torino?

«È cresciuto l’interesse. Non posso pretendere che raggiunga i livelli del calcio, ma di discipline come nuoto e sci sì: dipende anche dalle tv che dovrebbero dare più spazio alle dirette. È cresciuta la sicurezza degli impianti: stanno aumentando le strutture che prediligono i materassi alle balaustre per attutire le cadute».

Come si sente un atleta alle Olimpiadi?

«All’inizio mi dava fastidio, poi ho capito che non si può pretendere di cambiare la cultura di un Paese in poco tempo. Spero che i miei risultati e quelli della squadra possano essere di aiuto per il futuro».

Quale insegnamento lascia a chi si avvicina a questa disciplina?

«Determinazione. È importante darsi degli obiettivi, non si può pensare di essere sempre i migliori. Bisogna imparare a conoscersi, a gestirsi e arrivare pronti all’evento importante».

Milano e Cortina lo sono?

«Sì, i commissari sono rimasti contenti della presentazione e anche dei dati relativi ai volontari coinvolti nelle grandi manifestazioni organizzate in precedenza».

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