Olimpiadi 2026: hanno ancora senso?

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I medici per l’ambiente per l’ambiente chiedono di ripensare le Olimpiadi invernali Milano-Cortina. Si può ancora pensare di fare le Olimpiadi mentre i ghiacciai si sciolgono e la neve non cade più, perpetrando gli stessi comportamenti che ci hanno portato a questo disastro?

Le Olimpiadi 2026 avranno un impatto negativo sull’evoluzione della crisi climatico-ambientale che si sta manifestando a livello globale e locale con una accelerazione drammatica. Il buon senso obbliga a un atto di responsabilità e di ripensamento circa la natura del progetto. Le gravi alterazioni dell’ecosfera innescano dinamiche secondarie che accelerano il processo degenerativo globale a tutti i livelli, come evidenziato dagli eventi estremi di questi ultimi mesi. I fenomeni che stiamo osservando (siccità, ondate di calore, crollo dei volumi dei ghiacciai, alluvioni, frane, tempeste) hanno una chiara origine antropogenica e mostrano i loro effetti devastanti sulle dinamiche ecologiche e sulla salute umana, sia su scala locale sia su scala planetaria. La manifestazione più eclatante è stata la disastrosa tragedia della Marmolada, che ha provocato 11 vittime tra morti e dispersi, ma il quadro degli eventi estremi che dobbiamo mettere in conto per il futuro è ancora più grave. La funzione sociale e ambientale della montagna va salvaguardata con misure di adattamento e con un diverso modo di concepire il turismo, che può e deve essere promosso tramite iniziative prive di impatto ambientale e in grado di garantire l’economia delle aree interne e dei borghi che ospitano un’inestimabile ricchezza storica e culturale.Gli impianti per l’industria dello sci rischiano di modificare irreversibilmente il paesaggio e di produrre effetti e costi incalcolabili a medio e lungo termine. Basti pensare ai giganteschi consumi di acqua e di energia necessari per l’innevamento artificiale. Anche l’aumento delle opere edilizie e dei servizi per i turisti della stagione sciistica produce danni diretti, come l’erosione del suolo, che si sommano a quelli indiretti, come l’urbanizzazione e il traffico.

ISDE ritiene indispensabile che gli interventi siano limitati alla manutenzione di infrastrutture esistenti e che nessuna nuova opera sia realizzata. È la sola condizione che può rendere accettabile la decisione di ospitare le Olimpiadi invernali del 2026 in un territorio di immenso pregio ecologico, storico e culturale come le Alpi.

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