PIERO
Cronaca

Ogni tanto ci chiediamo perché la città si è fatta straniera

L'articolo analizza come Milano si sia trasformata in una città estranea ai suoi abitanti, divisa tra un centro affaristico e una periferia emarginata, riflettendo sulle conseguenze di questa frattura sociale e culturale.

Lotito

Perché la città si è fatta straniera, è il titolo di una lunga conversazione tra il giornalista tedesco Heinrich Vormweg e Heinrich Böll, premio Nobel 1972. Il colloquio, pubblicato due anni dopo la morte dello scrittore nel 1987, tocca l’attualità politica e culturale del tempo e anche la qualità del vivere nelle moderne metropoli europee, rese estranee all’uomo e ai suoi bisogni primari, che non erano (non sono) precisamente le necessità del consumismo e dell’immagine.

Perché la facciamo così lunga? Perché la sensazione, a decenni da quella conversazione e dal suo profetico titolo, è che anche Milano si sia fatta straniera ai suoi stessi abitanti. La frattura sempre più evidente tra centro e periferia, tra il perseguito modello turistico-finanziario-modaiolo e la condizione simil-provinciale dei quartieri lontani ha finito per l’appunto coll’indurre i milanesi a percepire l’esistenza di due città in una: la Milano che sta al passo coi tempi e quella che vive l’eterna sospensione del margine.

La metropolitana unisce sì velocemente le due parti, ma dentro le sue carrozze si vive non più un "cambio di stanza", bensì il trasferimento da un paese all’altro, da un modo di vivere a un modo di non-essere, giacché tutto, in centro, sembra ormai soggiacere all’esibizione affaristica. Emblema di questa divisione è il quartiere di Brera, un tempo esso stesso "periferia" per la vivacità popolare delle sue strade e delle sue botteghe, e oggi altezzoso "buen retiro" immobiliare che certo non basta un mercatino di antiquariato al mese a rendere più colorato e vero.

L’intero centro appare un immenso fast food e, insieme, una gigantesca boutique. Dalla periferia, i milanesi residui vanno in Galleria a ridacchiare dei cartellini in vetrina: una borsetta, 5.500 euro.

Ecco perché la città si è fatta straniera.