Occupazioni Aler, dal filosofo al presidente: ecco i leader del Comitato

Profilo Fb creato dal figlio dell’ex Prima Linea Ferrandi

La manifestazione in piazza Tirana

La manifestazione in piazza Tirana

Milano, 14 dicembre 2018 - «Questa casa è piena di sporco, tanta polvere e tanti libri, ma non troverete altro...», sussurra sicuro di sé Niccolò Alberto Bosacchi. È l’alba di giovedì 13 dicembre e i carabinieri del Nucleo informativo l’hanno appena tirato giù dal letto per notificargli un’ordinanza di custodia cautelare al quarto piano di via Giambellino 140, alloggio numero 46. Il 28enne correttore di bozze con una laurea in Filosofia alla Statale e capitano della squadra di calcio Ardita non pare troppo preoccupato per la presenza degli investigatori: «Non c’è niente di criminale in quei cassetti...», assicura. «Signor Bosacchi, se siamo qui, non è certo per un caso», replica secco un militare in borghese.

Alle pareti i simboli dell’antagonismo militante si mischiano alle bandiere rossonere del Milan, sulle mensole sono ammonticchiati i saggi del pensatore austriaco Ludwig Wittgenstein; e poi bottiglie di birra vuote, cartoni di pizza in un angolo, materassi a terra e palloni uno accanto all’altro sul balcone che dà sul cortile interno. Secondo l’indagine «Domus Libera», questo ragazzo mingherlino e con i capelli arruffati dalla sveglia di soprassalto alle 6 del mattino è stato almeno per tre anni uno dei leader carismatici dellassociazione a delinquere messa in piedi per occupare case popolari e fidelizzare gli abusivi nella lotta alle forze dell’ordine e alla gestione regolare del patrimonio di edilizia pubblica appartenente ad Aler.

Due pagine e mezzo di precedenti di polizia (curriculum condiviso con molti altri dei suoi sodali finiti ai domiciliari), nel 2012 fu destinatario di un foglio di via del questore di Torino da tutti i Comuni della Val di Susa, nel periodo più duro della battaglia contro la realizzazione della linea dell’Alta velocità; in quell’elenco figurava pure, come risulta da una sentenza del Tribunale amministrativo del Piemonte, il 28enne Nicolò Fasiello, che si è costituito in serata in caserma dopo aver rivendicato la bontà delle sue azioni. Senza dimenticare Mirko Lavezzoli (anche lui arrestato), che non ha fatto in tempo a festeggiare la sentenza con cui l’altro ieri la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza d’Appello sul maxi processo No Tav (il 32enne aveva preso 2 anni e 6 mesi in secondo grado).

Non solo. A Chiomonte c’era pure Stefano Latino, figlio di Claudio, finito alla sbarra con l’accusa di essere il leader della cellula milanese delle Nuove Brigate Rosse e di aver pianificato un attentato, mai messo in atto, nei confronti del giuslavorista Pietro Ichino; il nome di Stefano spunta più volte, anche se in maniera marginale, negli atti di «Domus Libera» per la presunta partecipazione ad alcune delle azioni della Base. Dalle carte dell’indagine del Nucleo informativo dei carabinieri emerge pure un altro particolare non di poco conto: a creare il profilo Facebook del Comitato Abitanti Giambellino e Lorenteggio sarebbe stato l’utente social «Frederic Dubarre»; un nickname dietro il quale si cela Valerio Ferrandi (non coinvolto nell’operazione), uno degli esponenti più in vista dell’area anarchica meneghina nonché figlio di Mario, ex esponente dell’organizzazione armata Prima Linea condannato per l’omicidio del vicebrigadiere Antonio Custra il 14 maggio 1977 in via De Amicis.

 

 

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