
di Federico Dedori
Tra applausi e cori gli ultimi venti studenti del liceo classico Manzoni che ancora occupavano il cortile hanno lasciato la scuola. Dopo una notte trascorsa all’interno di alcune aule, vittoriosi, striscione alla mano al grido "il Manzoni c’è, il Manzoni resiste" i ragazzi hanno varcato l’uscita accompagnati da una stading ovation da parte dei loro compagni, dei docenti e dei genitori che li aspettavano all’esterno di via Orazio 3.
I ragazzi hanno issato uno striscione all’esterno della scuola con la scritta: "Voi ce la togliete, noi ce la riprendiamo", simbolo della protesta che continua da settimane.
"Non è finita" però promettono dal Collettivo e tra gli studenti vocifera la possibilità di azioni simili in altre scuole milanesi. "Speriamo di essere un esempio per i vari collettivi e organi presenti negli istituti di tutta Italia – racconta Carlo Pavani dopo essere uscito dalla scuola –. Non siamo negazionisti o criminali, siamo studenti e studentesse che chiedono di poter tornare a studiare in aula in sicurezza". Con un blitz circa cinquanta ragazzi erano entrati martedì mattina, occupando il cortile della scuola perché "lì abbiamo potuto mantenere le distanze" sottolinea Pavani.
Nel tardo pomeriggio una parte di questi è uscita per garantire le norme anti-Covid. I venti rimasti erano pronti a passare la notte fuori al freddo con tende e sacchi a pelo quando la dirigenza scolastica ha permesso loro di rimanere in due aule. "La notte è stata tranquilla – spiega Davide –. Appena svegli amici e genitori ci hanno portato cornetti e tè caldo". "Abbiamo appoggiato l’iniziativa dei nostri figli – dicono in coro le mamme Sabina Uberti Bona e Andreina Tummolo –. Il custode Michele è stato lì con loro, merita anche lui un ringraziamento".
I genitori in poco tempo si sono organizzati e hanno mandato alla preside Milena Mammani una lettera di pubblico sostengo all’occupazione. Gli studenti rivendicano: "Protocolli chiari ed univoci che agevolino le scuole nel fronteggiare le problematiche legate al Covid-19; abbonamenti gratuiti a basso prezzo per studenti ai servizi di bike sharing in città; un potenziamento del trasporto pubblico stipulando contratti a tempo determinato con aziende di trasporto private; che venga garantito a tutti gli studenti l’accesso ai dispositivi di protezione personale e che vengano distribuiti all’interno delle scuole; l’assunzione di personale scolastico; l’introduzione di un tetto massimo di venticinque alunni per classe; maggiori fondi per le scuole ed infine che venga riconosciuta l’importanza dell’elemento sociale all’interno del progetto didattico come componente fondamentale della crescita individuale e collettiva degli studenti".
"Il 25 dicembre regione Lombardia posticiperà ulteriormente il nostro rientro in aula e noi saremo pronti a scendere in piazza ancora" ha detto Blanca Ruggeri uscendo dalla scuola. E tra di loro avvisano: "Altri faranno come noi".