STEFANO DATI
Cronaca

"L’obbligo di avere il Pos? Per noi è solo un vantaggio"

Il bancomat anche per cifre minime solleva polemiche fra i commercianti. Controcorrente Ferdinando Carnà, titolare di una vineria: così lavoro meglio

Ferdinando Carnà, titolare di “Rosso Vino”

Cassano (Milano) - L’obbligo del dispositivo dei pagamenti elettronici per i venditori di prodotti e servizi è attivo dal giugno del 2014, un provvedimento che di fatto è però operativo dal 30 giugno scorso, in cui sono state introdotte multe per chi non accetta pagamenti con quel metodo, senza limite per cifre minime. Fra le tante manifestazioni di dissenso espresse dai commercianti, obbligati all’utilizzo del Pos per contrastare la lotta all’evasione fiscale, non mancano voci fuori dal coro di un imprenditore che si dice, invece, favorevole al pagamento elettronico considerato utile per più di una ragione. "A parte la questione tecnica, l’utilizzo del Pos mi consente, infatti, di gestire al meglio la mia attività - spiega Ferdinando Carnà titolare della vineria Rosso Vino -. Ci sono poi i vantaggi fiscali, se i numeri del fatturato sono importanti. Le commissioni per il suo utilizzo sono di fatto a costo zero potendole registrare al 100% nei costi d’impresa.

A tutto questo si aggiunge poi il diritto al credito d’imposta con il 100% delle somme addebitate sulle transazioni effettuate. Una percentuale che però dal 1 luglio è tornata ad essere il 30%. Cifra che comunque corre in aiuto all’esercente e quindi non è da sottovalutare". Un entusiasmo quello dell’imprenditore cassanese che non sposa i consensi delle associazioni di categoria. "Credo che l’utilizzo dei pagamenti elettronici sia un’ottima cosa - così Giuseppe Legnani, presidente Confcommercio territoriale dell’Adda Milanese - quello da stabilire sono i costi a carico delle attività, pos e transazione, vanno ridotte all’osso, specialmente là dove la spesa è minima e la ricarica è bassissima. Confcommercio si adopera per tale svolta".

Per l’imprenditore favorevole all’utilizzo dei mezzi elettronici di pagamento, non spaventa pagare le tasse ma sono da rivedere le aliquote da versare. "Certo - conclude Ferdinando Carnà - con i pagamenti elettronici si é sempre più controllati, non scappa alla registrazione di quanto si incassa. Tuttavia, penso che la questione non è quella sulle tasse da pagare ma ben sì, rivedere da parte dello Stato le aliquote d’imposta sempre più elevate".