Chi è Marco Di Nunzio, l’imprenditore che rivendica parte dell’eredità di Berlusconi

Attivo nella cantieristica navale in Colombia e promotore di liste civetta dai nomi strampalati, nel suo passato c’è anche una condanna in primo grado per una presunta violazione della legge elettorale

Silvio Berlusconi; a lato, uno dei simboli delle numerose liste presentate da Marco Di Nunzio

Silvio Berlusconi; a lato, uno dei simboli delle numerose liste presentate da Marco Di Nunzio

Milano, 10 ottobre 2023 – Gli esperti di serie tv lo chiamerebbero “plot twist”, ovvero una svolta radicale all’interno del copione di una saga da tempo in corso di svolgimento. Con esiti, però, al momento del tutto imprevisti.

A un mese da quella che sembrava essere la parola definitiva sulla vicenda del testamento di Silvio Berlusconi, con l’accettazione piena delle disposizioni da parte dei cinque figli del Cavaliere, è spuntato un nuovo documento. Il testamento speciale, che sarebbe stato sottoscritto dal Cavaliere in Colombia, è stato depositato nello studio di un notaio della provincia di Napoli il 3 ottobre.

Il legatario di questo nuovo testamento è un imprenditore torinese residente in Colombia, Marco Di Nunzio: rivendicherebbe, secondo le indicazioni contenute nel documento, una parte dell’eredità dell’ex presidente del consiglio, ovvero, come afferma l’avvocato Erich Grimaldi, “il 2% delle azioni Fininvest – 26 milioni di euro – il 100% delle azioni delle società proprietarie delle ville ad Antigua nelle Antille, la nave Principessa Vai Vai Bandiera Monaco Yacht e tutte le imbarcazioni, navi e natanti". Di Nunzio – così dice lui – avrebbe vantato un’amicizia personale con Berlusconi.

Chi è Marco Di Nunzio

Attivo fra l’imprenditoria e la politica, quello di Marco Di Nunzio appare come un profilo piuttosto variopinto. Classe 1968, suo settore di competenza è quello dei cantieri navali. Originario di Torino, si è trasferito da qualche anno in Colombia, la nazione dove il nuovo testamento di Berlusconi sarebbe stato scritto, stipulato e successivamente addirittura vidimato dalla cancelleria del ministero degli Esteri. In Colombia Di Nunzio è anche consigliere della sezione locale del Comites, il comitato degli italiani all’estero.

Molteplici – e di scarso successo – le sue avventure politiche in Italia, condotte soprattutto nel segno di simboli dai nomi strampalati. 

Nel 2010 si candidò come sindaco a Sestriere, presentandosi per le insegne della Fiamma Tricolore. Successivamente si mise in proprio, creando dal nulla liste sempre più improbabili. Nel 2011 cercò di presentarsi alle elezioni comunali di Torino, ma la sua lista Bunga Bunga venne bocciata. Successivamente tentò la fortuna a Borgomasino, paesino del Canavese dove tirò addirittura in ballo il Tar per cercare di entrare in consiglio comunale attraverso il riconteggio dei voti ottenuti dal suo Movimento Bunga Bunga-Forza Juve.

In mezzo, nel 2016, una condanna in primo grado a diciotto mesi di carcere subita dal tribunale di Torino per l’accusa di violazione della legge elettorale. Nel 2013, quando provò a presentarsi alle elezioni regionali in Lombardia sempre per la lista Bunga Bunga avrebbe fatto figurare fra i firmatari anche persone malate e analfabete. Il suo difensore, all’epoca, definì la candidatura di Di Nunzio “una provocazione” e annunciò ricorso in appello.

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