Nuovo scontro fra avvocati e Procura: "Legali indagati, altra ferita alle garanzie"

Dopo il caso Pifferi, nuovo scontro tra avvocati e Procura a Milano. Indagati due avvocati per ricettazione, gip respinge interdittiva. Ordine e Camera penale criticano l'iniziativa investigativa.

Nuovo scontro fra avvocati e Procura: "Legali indagati, altra ferita alle garanzie"

Nuovo scontro fra avvocati e Procura: "Legali indagati, altra ferita alle garanzie"

Dopo il caso Alessia Pifferi si apre un altro scontro fra avvocati e Procura. La scelta di indagare psicologhe del carcere di San Vittore e l’avvocato Alessia Pontenani, difensore della donna da poco condannata all’ergastolo per l’omicidio della figlia, aveva scatenato proteste sfociate anche in uno sciopero. Ora il nuovo attrito è legato all’inchiesta che l’altroieri ha portato all’arresto del presunto boss della mafia turca Baris Boyun e di altre 17 persone, nella quale sono indagati anche due avvocati per ricettazione e per i quali la Procura aveva anche chiesto un’interdittiva dall’esercizio della professione. Istanza respinta dal gip.

L’Ordine degli avvocati di Milano, in una delibera trasmessa anche al ministero della Giustizia, esprime "forte apprensione per l’iniziativa della Procura" milanese "che si è determinata, anche in questa occasione, ad agire penalmente nei confronti di un Avvocato, in costanza di rapporto difensivo e per fatti concernenti l’esecuzione del mandato, procedendo perfino a monitorare, con attività tecnica a mezzo di intercettazioni, il libero e inviolabile esercizio del mandato". Questa "discutibile iniziativa investigativa" dei pm "è stata motivatamente respinta dal gip", con un’ordinanza che "ha puntualmente (e giustamente) rimarcato la peculiarità del rapporto professionale tra Avvocato e assistito, nonché la necessità di tutelare il diritto di difesa". Con una nota è intervenuta sulla vicenda anche la Camera penale di Milano spiegando che "non possiamo dirci sorpresi dell’ennesima ferita inferta alle garanzie processuali". "Avevamo denunciato, nella vicenda Pifferi - scrivono i penalisti milanesi - un’impostazione culturale che sospetta del difensore, lo vorrebbe docile nell’esercizio del proprio ruolo e lo inquisisce a processo in corso. La notizia di due colleghi destinatari di una richiesta di misura interdittiva per un’ipotizzata ricettazione, legata alla ricezione del compenso professionale - si legge ancora nella nota - è l’ennesimo salto di qualità".