MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Nuovo San Siro, l’Inter accelera: "Il Governo finalmente in campo. Lo stadio sarà la casa dei tifosi"

Il presidente Marotta: "Oaktree punta sull’impianto bis per aumentare introiti e senso di appartenenza". Fontana: giusto rimanere nella stessa area. De Chirico (FI): l’esecutivo romano commissaria il Comune.

Un rendering del 2022 che mostra il nuovo stadio e il Meazza rifunzionalizzato

Un rendering del 2022 che mostra il nuovo stadio e il Meazza rifunzionalizzato

L’Inter ci crede. Il presidente nerazzurro Beppe Marotta scende in campo prima della partita contro lo Young Boys per sottolineare che il vertice di martedì mattina a Roma, nella sede del ministero della Cultura, è un buon segno per procedere spediti con il progetto di realizzazione di un nuovo stadio di Inter e Milan nell’area di San Siro, proprio di fianco al Meazza, che andrebbe rifunzionalizzato e parzialmente abbattuto.

"Registriamo un fatto storico – esordisce Marotta ai microfoni di Sky –. Intorno a un tavolo si sono riuniti per la prima volta due ministri, Giuli e Abodi, il sindaco di Milano e le due proprietà. È un fatto nuovo, che dimostra come anche la politica ritenga importante accelerare il percorso di creazione di nuove strutture sportive. Percorso che da parte nostra ha avuto un’accelerazione nel momento in cui è arrivato Oaktree, che ritiene strategico l’asset del nuovo stadio, in quanto non è solo è un asset patrimoniale ma può generare ulteriori ricavi che servono per la sostenibilità del club e generano anche un grande senso di appartenenza e soprattutto di fidelizzazione nel momento in cui un impianto moderno può garantire durante la settimana attività che non sono solo calcistiche". Marotta aggiunge che si immagina "un nuovo stadio accogliente, moderno e che dia soddisfazione ai nostri tifosi, che devono sentirlo un po’ come una casa. Sempre a San Siro, un bella zona di Milano".

Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, intanto, commenta: "Sono molto contento, io lo dicevo da anni che, primo, si dovesse trovare una soluzione e, secondo, che la soluzione migliore fosse quella di rimanere a San Siro. Poi le scelte le dovranno fare i tecnici, tra vecchio e nuovo stadio, però l’importante è che si rimanga in quella zona".

Il consigliere di FI Alessandro De Chirico, invece, attacca la Giunta Sala: "Bene che il Governo, con i ministri Giuli e Abodi, sia sceso in campo per prendere in mano il pallino del gioco della questione stadio che in più di cinque anni l’amministrazione Sala e Pd non è stata in grado di gestire. Forse finalmente le squadre si schiariranno le idee e inizieremo a vedere qualche risultato. Dopo il “Salva Milano”, di fatto il Governo “commissaria” il Comune per manifesta incapacità". E ancora: "Come opposizione stiamo raccogliendo le firme per chiedere un consiglio straordinario per affrontare il tema della vendita dell’impianto. Prima o poi piacerebbe anche dire la nostra sulla rifunzionalizzazione del Meazza e dei servizi che potrebbero insediarsi nell’involucro del secondo anello".

Il consigliere comunale ambientalista Enrico Fedrighini, infine, afferma: "Ormai è chiaro: per i fondi immobiliari proprietari di Milan e Inter esiste un unico potenziale ostacolo sulla strada dell’agognato business immobiliare da realizzare sulle aree pubbliche di San Siro: un “pronunciamento disobbediente” del Consiglio comunale di Milano. I distributori di veline sono già pronti a dire che il Consiglio si è già espresso nel 2019; che non occorre tornare in aula; che le decisioni dei club e della Giunta rispetteranno le indicazioni del Consiglio. Li capisco, tengono famiglia, devono obbedire. Ma non è così".