MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

San Siro, dubbi e rinvio di un mese

Consiglio, critiche bipartisan al progetto. Pressing per il restyling

I due progetti per il nuovo stadio

Milano, 28 settembre 2019 - Addio Meazza e nuovo San Siro? I dubbi in Consiglio comunale non mancano. Anzi ieri pomeriggio, di fronte a due rappresentati di Milan e Inter che hanno illustrato il progetto, anzi i due progetti di Populous e Manica per lo sviluppo dell’area di San Siro, neanche un consigliere ha detto «sì» alla proposta rossonerazzurra. La prima seduta della commissione congiunta Urbanistica-Sport-Demanio sul nodo stadio ha dimostrato che il dialogo tra forze politiche di centrosinistra e di centrodestra, da una parte, e i club calcistici, dall’altra, parte in salita. Ma siamo solo all’inizio di un confronto che sarà più lungo del previsto. Sì, perché la Giunta comunale, alla luce della posizione che prenderà il Consiglio, avrebbe dovuto dire se il progetto di Milan e Inter è di «interesse pubblico» entro il 10 ottobre, ma così non sarà. Il capogruppo del Pd Filippo Barberis, infatti, al termine della commissione ha svelato che è molto probabile che «la scadenza slitti di 30 giorni», quindi possa arrivare a metà novembre.

Un rilvio su cui c’è già un’intesa di massima tra Palazzo Marino e società calcistiche, tanto che giovedì, durante la presentazione dei progetti per San Siro al Politecnico in Bovisa, l’amministratore delegato dell’Inter Alessandro Antonello aveva anticipato: «Siamo disponibili a dilazionare la scadenza» del 10 ottobre. Uno slittamento dovuto anche al fatto che il Consiglio dovrà votare il nuovo Pgt entro il 14 ottobre e il nodo San Siro avrebbe complicato la discussione. Scadenze a parte, il progetto del nuovo San Siro non convince i gruppi in Comune. Il dem Barberis, nel suo intervento in aula, chiede al rossonero Domenico Barile e al nerazzurro Mark Vanhuuksloot «perché è stata presa in considerazione solo un’ipotesi molto onerosa di ristrutturazione del Meazza e non altre meno onerose e in tempi più ristretti di cui si è parlato in passato». Natascia Tosoni di Milano progressista, subito dopo, invoca «più elementi di valutazione perché il rapporto pubblico privato non sfugga alle regole del gioco», per ora fissate in un indice volumetrico di 0,35 per l’area di San Siro a fronte di una richiesta di 0,70 di Milan e Inter, il doppio.

Sempre nel fronte del centrosinistra, a margine della commissione, si dice «contrario» alla demolizione del Meazza Carlo Monguzzi del Pd («alla manifestazione per il clima gli studenti hanno chiesto a Sala di non far abbattere San Siro e lui ha risposto “ci sto provando’’»), pronto a presentare in aula una mozione pro-restyling. Contrari pure i dem Alessandro Giungi, Milly Moratti e Rosario Pantaleo. Critici i partiti dell’opposizione. Basilio Rizzo (Milano in Comune) chiede a Milan e Inter di «desecretare il dossier su San Siro consegnato al Comune lo scorso 10 luglio». Il forzista Fabrizio De Pasquale propone «una perizia di uno studio terzo per valutare la ristrutturazione del Meazza». La grillina Patrizia Bedori dice che «costruire un centro commerciale nell’area di San Siro sarebbe nefasto per il quartiere». Gli unici «sì» al nuovo stadio, ma non ieri in commissione, sono quelli di Stefano Parisi e dell’azzurro Alessandro De Chirico («gli 81 milioni di euro di oneri di urbanizzazione potrebbero avere valenza pubblica se utilizzati per riqualificare i quartieri popolari dell’ovest»). Pochini per ora.