ANNA GIORGI
Cronaca

Nuovi guai giudiziari Gli offrono file rubati su Messina Denaro: Corona è indagato

Arrestati un carabiniere e un politico: gli avevano passato documenti top secret. Perquisita la casa milanese. E lui si difende: "Ho lavorato onestamente".

Nuovi guai giudiziari  Gli offrono file rubati  su Messina Denaro:  Corona è indagato

Nuovi guai giudiziari Gli offrono file rubati su Messina Denaro: Corona è indagato

di Anna Giorgi

Che cosa c’entra adesso Fabrizio Corona, l’ex re dei paparazzi, già parecchi guai giudiziari alle spalle, con l’arresto del superlatitante Matteo Messina Denaro, avvenuto il 16 gennaio a Palermo? O meglio cosa c’entra con le intercettazioni scottanti e in teoria coperte da segreto istruttorio dei favoreggiatori della lunga latitanza del boss di Castelvetrano? Secondo gli inquirenti, il fotografo sarebbe stato l’ultimo anello di una tentata vendita di centinaia di file top secret sulla cattura del capomafia. L’inchiesta che ha portato i carabinieri a emettere un decreto di perquisizione e un avviso di garanzia per tentata ricettazione in capo all’ex fotogrtafo, nasce dalle intercettazioni disposte qualche mese fa a suo carico. Dopo la cattura di Messina Denaro il fotografo era venuto in possesso di una serie di audio e di chat tra il boss e alcune pazienti da lui conosciute in clinica durante la chemioterapia quando, ancora ricercato, usava l’identità del geometra Andrea Bonafede.

Gli inquirenti il 2 maggio scorso erano riusciti a registrare una conversazione in cui il fotografo faceva riferimento a uno "scoop pazzesco" di cui era in possesso un consigliere comunale di Mazara del Vallo, poi identificato in Giorgio Randazzo, grazie ai contatti con un carabiniere, poi identificato in Luigi Pirollo, detto ’Ludwig’, che aveva perquisito i covi del capomafia e che voleva rivendersi il materiale. Nei giorni successivi per realizzare lo "scoop pazzesco" Corona, intercettato, aveva continuato a manifestare l’intenzione di rivendere il materiale che il politico gli aveva procurato.

Nella ricostruzione riportata dal gip Alfredo Montalto nell’ordinanza di custodia per i due, sarebbe stato Randazzo a cercare di vendere i documenti riservati e sarebbe stato proprio lui a contattare Corona il quale, secondo gli inquirenti, avrebbe manifestato l’intenzione di acquisire e vendere il materiale riservato a Moreno Pisto, direttore del quotidiano online Mow. Quest’ultimo chiede di visionare i file, e con uno stratagemma riesce a farne una copia. Poi, resosi conto della riservatezza dei documenti, Pisto si consulta con un amico giornalista che a sua volta lo mette in contatto con alcuni investigatori della squadra mobile di Palermo e decide di denunciare tutto. "Lo fa in accordo con Fabrizio Corona", sostiene Ivano Chiesa storico avvocato del fotografo. Intanto l’accusa per il militare Pirollo è quella di accesso abusivo al sistema informatico e violazione del segreto d’ufficio, Randazzo è accusato, invece, di ricettazione: Pirollo e Randazzo ora si trovano agli arresti domiciliari.

Corona si difende: "Ho fatto il mio lavoro e mi sono comportato da cittadino onesto e corretto e nonostante tutto eccomi ancora qua in questa situazione".

Per lui parla ancora l’avvocato Chiesa: "Ogni giorno qualcuno gli propone cose, che lui rifiuta, fa soltanto il suo lavoro, cerca gli scoop, e ciò che mi amareggia è che quando c’è di mezzo Corona il diritto e la realtà vengono storpiati".