ELENA
Cronaca

Nuova maturità Questa riforma ci riporta indietro

Elena

D’Incerti*

In attesa che il Cspi si esprima sulla bozza di ordinanza che riformerà per l’ennesima volta l’esame di Stato e quello di terza media, appare evidente il tentativo di dare una verniciata di ‘normalità’ sulla scuola: peccato che da due anni nelle nostre aule non ci sia più niente di normale. C’è semmai la fatica di tenere in vita almeno un simulacro di attività ‘ordinaria’ in un incessante slalom tra dad, tracciamenti e forme miste di didattica. O forse la verniciata che il Miur voleva dare all’edizione 2022 dell’esame era di ‘serietà’? Ma destinata a uscire con un incomprensibile ritardo, anticipata come è ormai malcostume da agenzie di stampa ad uso dei social, la bozza di ordinanza sugli esami finali ridisegna una maturità che ci riporta indietro nel tempo: due prove scritte, un colloquio, nessun lavoro di ricerca personale. Sarebbe stato serio non proporre, degli esami, quattro differenti versioni in quattro anni. Sarebbe stata seria una tempistica rispettosa dello studio e delle attività di progettazione didattica.

Sarebbe stato serio tenere conto di tre anni scolastici frammentati e onerosi sotto il profilo psicologico, ma che pur tra mille difficoltà hanno promosso anche modalità diverse di fare scuola di cui sembra non ci sarà traccia nelle prove. Sarebbe stato serio concedere un tempo ragionevole per fare delle simulazioni. Sulla prima prova nazionale, niente da dire. Quanto alla seconda prova scritta, quella d’indirizzo, è in linea teorica quella più importante. Ma poiché non sarà una prova nazionale e verrà scelta – come pare - dalle singole commissioni, che garanzie di trasparenza potrà dare? Perché se non venisse pensata e proposta con criteri chiari e con attenta sorveglianza rischia di creare quelle disparità che la scuola si impegna quotidianamente a ridurre. Come al solito ci aspetta una corsa da qui a giugno che asseconda logiche molto più politiche che didattiche. I nostri studenti oggi sono per lo più arrabbiati e sconcertati, “colti in contropiede” dicono i miei educatamente, ma come al solito alla fine ne usciranno. Speriamo non disamorati dal sistema, e forse è questa la sfida più ardua.

*Liceo Beccaria Milano