"Le nozze? Filiera da riconoscere"

La Federazione matrimoni e eventi privati reclama attenzione e lancia proposte per la ripartenza del comparto

Alessia Santa, wedding planner

Alessia Santa, wedding planner

Milano, 22 marzo 2021 -  La “wedding industry“ alza la voce. Con tavoli istituzionali e campagne social per uscire dall’impasse generata dalla pandemia. Il business dei fiori d’arancio, a parte la parentesi della scorsa estate, è fermo dallo scorso marzo. Al momento rimane in vigore il divieto di festeggiare al chiuso e all’aperto, anche se è possibile celebrare il rito religioso o civile. "La stagione dei matrimoni è ormai alle porte ma noi non sappiamo dare un’informazione alle coppie su quello che potrà accadere. Occorre definire subito un protocollo per la futura ripartenza, altrimenti si rischia di stare fermi un altro anno", spiega Alessia Santa, wedding planner e portavoce della delegazione regionale di Federmep (Federazione matrimoni ed eventi privati). Federmep ha partecipato il 18 marzo a un incontro virtuale di fronte alla Commissione regionale Attività Produttive per sollecitare una serie di proposte. Oltre alle linee guida, si chiede un tavolo regionale di confronto permanente e il riconoscimento della filiera dei matrimoni con una proposta di legge. "Il fatto di non essere riconosciuti come filiera finora ci ha penalizzato sul fronte dei ristori". L’industria dei matrimoni stima una perdita di fatturato nell’ultimo anno di oltre l’80% dovuto all’annullamento sia dei ricevimenti che del turismo nuziale dall’estero. Il nuovo decreto Sostegni prevede un fondo di 200 milioni di euro da ripartire tra regioni e province autonome per i settori più colpiti dall’impatto della pandemia, compreso - ma non è il solo - il comparto del wedding. «La cifra non è sufficiente: il nostro settore genera complessivamente 60 miliardi di euro di volume d’affari. Ci sono 50mila imprese e partite Iva in tutta la filiera con 450mila lavoratori tra stabili e stagionali: non ci sono solo chi organizza matrimoni ma anche fiorai, sarti, fotografi, artigiani, musicisti", spiega Alessia Santa. La mobilitazione si muove anche sul web. #SaveTheWeddingIndustry è il nome di una campagna social lanciata dalla wedding planner Lucia Boriosi con le colleghe Elisa Mocci e Manuela Speroni. Migliaia le condivisioni: "Con lo slogan “Ci stiamo spegnendo“ vogliamo puntare il faro sul fatto che la situazione sia critica. Il problema è l’impossibilità di fare programmazione, a causa di mancanza di risposte chiare".  

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