REDAZIONE MILANO

"Non c’è avanguardia che non racconti il passato"

Emiliano Salci e Britt Moran, il duo di Dimoregallery, aprono le porte del loro mondo in via Solferino, nel cuore di Brera

di Anna Giorgi

Una celebrazione del razionalismo italiano con opere di architetti- maestri del calibro di Piero Portaluppi, Marcello Piacentini e Piero Bottoni, nella sezione “Past“.

Il “Present“, con arredi, tessuti, collezioni e accessori decorativi per la casa, di Britt Moran ed Emiliano Salci che hanno pensato anche ad un cortometraggio per emozionare e “Future“ che espone il lavoro dell’architetto e designer eclettico Claudio Salocchi, una sorta di tributo a questo protagonista del fermento creativo degli anni Sessanta e Settanta.

Via Solferino 11, tipico palazzo borghese dei primi Novecento, cuore di Brera. Emiliano Salci e Britt Moran, gentilissimi padroni di casa, personalità più creativa Salci, di un duo inossidabile e dal gusto straordinario e sofisticatissimo nel proiettare il design in una dimensione di "casa". Ogni stanza della galleria presenta un ambiente realizzato appositamente per racchiudere sempre al suo interno almeno una creazione di Portaluppi spesso abbinata ad opere che risalgono al 1930 come ad esempio la scrivania razionalista che si trova nella stanza del camino oppure delle opere storiche ed iconiche quali le appliques di Ignazio Gardella o le lampade da tavolo di Gae Aulenti. Un amore-ossessione per il passato perché "non c’è avanguardia che non racconti la storia", dice Salci. Ed è proprio questo connubio storia e futuro, modernità e passato che i creativi riescono a miscelare in maniera sublime dando vita ad ambienti che in realtà non hanno un tempo, hanno solo un fascino potente.

Ed in questo loro talento nel mettere d’accordo ossimori apparenti c’è anche un messaggio importante.

"Bisogna guardare al passato con grande interesse, perché lì in molti di quei prodotti - continua Salci - c’era già tutta l’avanguardia di oggi. E dopo questo momento terribile con la pandemia, abituatevi a guardare e raccontare i maestri del passato, i mobili e gli oggetti del passato dando loro una seconda vita".

Un’altra sorpresa potrebbe arrivare dal corto che verrà svelato in digitale domani, nato inizialmente come “Ipotesi b“ se non ci fosse stato il fermento per via dei divieti che ancora limitano gli ingressi. "Invece - conclude - abbiamo visto la città ripartire e tanti mettersi in coda per vedere e per tornare a vivere".