ANNAMARIA LAZZERI
Cronaca

Quelle Dissonanze intonatissime: "Vendiamo dischi per salvare la musica"

Uno dei titolari del negozio di via Adige racconta l’avventura di aprire un punto vendita fisico nell’era dello streaming: “Solo con la vendita del supporto concreto le produzioni indipendenti possono continuare a esistere"

Il negozio di dischi Dissonanze si trova in via Adige (Fasani)

Il negozio di dischi Dissonanze si trova in via Adige (Fasani)

Milano, 26 maggio 2024 – Ha aperto un negozio di dischi nel 2024. In un’epoca di musica liquida imposta da un algoritmo inumano, un rifugio per appassionati: "Solo con la vendita del supporto fisico la musica indipendente può continuare ad esistere – è la convinzione che motiva Cristian Urzino, 38 anni, titolare insieme a Fabio Lupica e Luca Stillo di “Dissonanze“, in via Adige –. Il negozio di dischi è l’ultima tappa di un percorso che abbiamo iniziato nel 2009 con l’apertura della nostra casa discografica, Over Drive, e proseguito nel 2014 con una fabbrica di musicassette, Tape It Easy. Conosciamo il mercato e l’esiguità delle royalties legate alle piattaforme. Lo streaming, basandosi sul consumo pressoché gratuito, ha creato un modello economico insostenibile per gli artisti: non consente di avere uno studio di registrazione di qualità, di supportare il lavoro del producer e, in definitiva, ai musicisti di vivere del loro lavoro".

Il negozio

Sugli scaffali ci sono 5mila pezzi, fra 33 giri, cd e musicassette, quasi tutti nuovi, con un piccolo spazio per l’usato. I clienti viaggiano tra i 20 e 45 anni, anche se non mancano facce giovanissime o più agé. Non è un posto per collezionisti: "Il nostro cliente ideale è interessato alla sostanza dei brani, non alla confezione". C’è anche un piccolo palco per concerti. L’e-commerce è residuale, "solo per le uscite della nostra etichetta".

La scommessa è la vendita fisica e, a cinque mesi dal debutto, i conti sono a posto: "Ogni mese aumentiamo di poco il fatturato. Una bella soddisfazione dopo aver sentito tante volte che la nostra era un’impresa persa in partenza".