'No Expo', guerriglia a Milano. Gip: "Arrestati in carcere a tutela della collettività"

Il gip ha disposto la custodia cautelare in carcere dopo l'interrogatorio di convalida ed oggi ha spiegato la motivazione: "Indole estremamente violenta, non si può far conto sulla loro capacità di autocontrollo". Dalla Procura di Genova a Milano gli atti di indagine sui cinque casseur francesi arrestati in Liguria. Uno di loro sembra collegato con i No Tav FOTO - Il corteo No Expo / Le prime tensioni / Vetrine imbrattate /Tensioni con la polizia / Auto e negozi in fiamme / Devastazioni in città / I milanesi ripuliscono la città / Materiale sequestrato durante il corteo VIDEO - La guerriglia / I danni

Blitz "No Expo" a Milano

Blitz "No Expo" a Milano

Milano, 5 maggio 2015 - Lunedì sono stati convalidati gli arresti dei cinque fermati durante la guerriglia a Milano dell'1° maggio. Il gip Donatella Banci Buonamici, dopo l'interrogatorio,ha disposto la misura cautelare in carcere per i tre uomini e due donne sorpresi in flagranza venerdì scorso, giorno dell'apertura dell'Expo. La decisione è stata presa "per la tutela della collettività". Il gip spiega che "si ritiene inidonea la misura cautelare degli arresti domiciliari (anche con l'uso del braccialetto elettronico), non potendosi far conto sulla loro capacità di autocontrollo". Gli indagati, "se lasciati in libertà, è altamente probabile che in caso di nuove manifestazioni contro Expo parteciperanno".

Secondo il gip, non sussiste "nessun dubbio circa l'esatta identificazione" di J.P., 23 anni, commesso di un negozio di calzature a Rozzano; M.L., 27enne di Lodi; H.P., cameriera 42enne milanese; P.D., elettricista 32enne di Tortona (Alessandria), e A.G., milanese di 33 anni. In sostanza, afferma Banci Buonamici, pur non essendo emersi almeno per il momento elementi per affermare che facciano parte dei black bloc, visto che ancora non sono state estrapolate le immagini dai video del corteo nella disponibilità della polizia, di certo è emerso che hanno "aderito" al movimento e hanno "contribuito" ai disordini. Tutti gli indagati hanno manifestato un'"indole estremamente violenta", che è "desumibile dagli atti compiuti, inseriti in contesto di attività vandaliche che rivelerebbe l'inclinazione a non rispettare l'ordine costituito". Non solo, secondo il gip gli arrestati hanno utilizzato "mezzi particolarmente insidiosi, anche per l'incolumità del cittadini", commettendo "fatti estremamente gravi inseriti in un contesto di violenza generalizzata" e non hanno dimostrato in sede di interrogatorio "segni di resipiscenza". 

Inoltre, secondo il gip, "le dichiarazioni degli indagati non hanno neppure una parvenza di credibilità".  "Oltre a negare quanto emerge con tutta evidenza nei verbali di arresto, ovvero gli atti di resistenza singolarmente contestati, si sono dichiarati del tutto estranei al clima di violenza esistente in quel momento quasi che, casualmente, si fossero trovati coinvolti negli scontri - si legge nell'ordinanza  - quando invece tutti sono partiti dal luogo di inizio del corteo ed hanno volontariamente seguito nel percorso il gruppo dei violenti". E conclude: "Nessuno di loro ha pensato di dissociarsi dai manifestanti violenti e di allontanarsi dalla scena della guerriglia ma hanno al contrario avallato l'operato dei più violenti, ponendo in essere gratuitamente atti di gravissima violenza".  L'avvocato Loris Panfili, che assiste uno degli indagati, ha già impugnato il provvedimento davanti al tribunale del riesame. L'udienza sarà fissata nei prossimi giorni.

IDENTIKIT - Gli arrestati, accusati di resistenza a pubblico ufficiale aggravata dall'uso di armi improprie (mazze ferrate, bastoni e pietre) e dal numero di persone, sono detenuti già da tre giorni. Negli atti, la polizia ha evidenziato come i cinque avrebbero fatto parte del "gruppo" di black bloc che si è staccato dal corteo per opporsi alle forze dell'ordine, rovesciando bidoni della spazzatura incendiati e lanciando bottiglie e bastoni. Tra loro ci sono una donna di 42 anni, H.P. di origine tedesca ma residente a Milano, con precedenti per furto e droga, un'altra donna di 33 anni, Anita, milanese e con un precedente per resistenza a pubblico ufficiale, un giovane di 23 anni, J.P. di Rozzano (Milano) che lavora come commesso e non ha precedenti. E poi M.L., lodigiano di 27 anni e un uomo di 32 anni che vive ad Alessandria, entrambi incensurati. Nella richiesta di convalida degli arresti il pm Piero Basilone aveva scritto che quella messa in atto da alcuni manifestanti è stata una "violenza collettiva contro le forze dell'ordine". Ieri, durante l'interrogatorio, tutti hanno respinto le accuse.

I FRANCESI - Per la Procura di Genova i cinque «casseur» francesi arrestati sabato sera nel centro storico per aver danneggiato sei auto in sosta hanno preso parte il primo maggio alla manifestazione contro «Expo 2015» di Milano in cui si sono verificati scontri e disordini. A dirlo alcuni indizi (tra cui biglietti autostradali, scontrini e striscioni di protesta di matrice antagonista) raccolti durante le perquisizioni svolte nelle ultime ore nel covo dei presunti black bloc di salita San Nicolosio a Largo Zecca. Per questo oggi il sostituto procuratore Federico Manotti ha inviato la copia degli atti raccolti a Genova al procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli che indaga sui disordini del primo maggio. Questo passaggio potrà consentire alla Procura di Milano di effettuare il test del Dna ai casseur per provare un loro eventuale coinvolgimento negli scontri.

NO TAV - Il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha spiegato nella sua informativa alla Camera che in alcuni casi è emerso un collegamento tra i protagonisti dei disordini di Milano e le frange violente dei No Tav. «Il giorno dopo la manifestazione dell'1 maggio a Milano c'è stato il fermo e la denuncia all'autorità giudiziaria di 14 giovani greci e l'arresto a Genova, l'indomani, di 5 francesi. A loro carico - ha riferito Alfano - è stato eseguito il prelievo biologico per effettuare il test del dna, allo scopo di confrontare i reperti con quelli lasciati dai manifestanti sugli oggetti abbandonati e rinvenuti nei luoghi interessati dagli scontri. Appaiono sicuramente di rilievo gli sviluppi investigativi che potranno scaturire dall'arresto a Genova dei cinque cittadini transalpini. Le risultanze sembrano infatti confermare il coinvolgimento nei fatti di Milano e pare anche emergere, almeno a carico di uno di loro, un collegamento con le frange violente dei No Tav». «Attendo con fiducia - ha concluso - ulteriori positivi sviluppi investigativi, grazie all'uso della copiosa documentazione visiva che potrà apportare, con paziente ricostruzione delle immagini, all'identificazione di altri responsabili dei gravi incidenti».

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