Genitori no vax contro il tampone: il pm lo ordina per il figlio

Il piccolo, 4 anni, affetto da tumore, rischiava di non poter essere curato. I genitori: "No al prelievo". Il magistrato li indaga per tentato omicidio.

Manifestazione contro l'obbligo vaccinale (Archivio)

Manifestazione contro l'obbligo vaccinale (Archivio)

È stata la prima volta. Un pm ha disposto e fatto eseguire nel giro di un’ora un prelievo sanitario su un bimbo anche se i genitori erano contrari. Il piccolo, appena 4 anni, è affetto da una forma fulminante di tumore e aspettava il trasferimento in un diverso ospedale dove potrebbero salvarlo. Serviva però un tampone anti-covid che i genitori No vax rifiutavano di autorizzare.

Allora, contattato dall’ospedale, è intervenuto il pm di turno in Procura. Attendere l’intervento del tribunale per i minori non era possibile, non c’era tempo. Così il pm Nicola Rossato ha usato la norma del codice penale sul prelievo coattivo di campioni biologici, possibile soltanto nei casi in cui è necessario salvaguardare un’indagine. E così ha aperto un fascicolo a carico dei genitori accusandoli di tentato omicidio nei confronti del figlio. In questi termini, non era mai successo.

Entro il primo pomeriggio di oggi un gip deciderà se convalidare o no quel decreto del pm, ma l’esito avrà valore relativo. Anche perché, una volta fatto il tampone al figlio per ordine del magistrato, anche la madre si è volontariamente sottoposta all’esame per non lasciare da solo il piccolo. È probabile, ad ogni modo, che ora anche il tribunale per i minori intervenga per le valutazioni sull’episodio.

Tutto era cominciato con i genitori che portano in ospedale il piccolo e ricevono quella diagnosi terribile: c’è il sospetto di una gravissima leucemia, è necessario intervenire subito. La terapia però si può tentare solo in un altro nosocomio alle porte della città, che ospita anche bambini con difese immunitarie bassissime. Per i ricoveri in ingresso è quindi indispensabile un tampone che escluda il Covid. I genitori No vax si oppongono, i medici si rivolgono al pm di turno.

I tempi sono davvero stretti, avvertono i medici, e allora il magistrato sceglie la strada del prelievo coattivo di campioni biologici consentito in pochi casi dal codice penale. E firma un decreto motivato ordinando il tampone in quanto "assolutamente indispensabile ai fini dell’indagine" (quella appena aperta per tentato omicidio a carico del genitori). Potrebbe risultare un’evidente forzatura della norma, quella decisa dal pm. Ma potrebbe anche risultare decisiva, chi lo sa, per il tentativo di salvare la vita al piccolo.

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