REDAZIONE MILANO

No Meloni day, il corteo. Rosso sangue sulle foto

La protesta degli studenti, lancio di vernice sulle vetrine di un supermercato. Flash mob al consolato Usa: maxi-bandiera palestinese e insulti ai funzionari.

Gli studenti hanno imbrattato foto di Meloni, Bernini, Valditara e Orsini

Gli studenti hanno imbrattato foto di Meloni, Bernini, Valditara e Orsini

Hanno esposto foto della premier Giorgia Meloni con il volto sporco di rosso. Lo stesso colore con cui è stato imbrattato, con un lancio di palloncini pieni di vernice, il supermercato Carrefour in via Visconti di Modrone. Flash mob davanti al consolato degli Stati Uniti in via Turati, esponendo una maxi-bandiera della Palestina, e davanti alla sede di Assolombarda in via Pantano, contro l’alternanza scuola lavoro. Circa 500 studenti hanno partecipato al “No Meloni day“, formando un corteo che ha attraversato il centro di Milano. Corteo aperto da uno striscione firmato dai collettivi cittadini con scritto "Studenti in rivolta contro repressione, genocidio e merito". Oltre all’immagine della presidente del Consiglio sono comparsi anche i volti dei ministri dell’Università Anna Maria Bernini e dell’Istruzione Giuseppe Valditara, ai quali si è aggiunto quello del presidente di Confindustria Emanuele Orsini. Tutti i cartelloni sono stati sporcati di rosso a simboleggiare il sangue. Al corteo sono state esposte anche bandiere palestinesi e un’altra foto di Meloni con scritto "complice del genocidio". Tra i cori e gli slogan gridati dagli studenti, anche "Contro la scuola dei padroni dieci cento mille occupazioni".

Durante la tappa nei pressi della sede di Assolombarda, gli studenti hanno esposto uno striscione con la scritta "Avete le mani sporche di sangue, l’alternanza uccide", mostrando i palmi imbrattati di vernice rossa. Davanti alla sede del consolato Usa in via Turati alcuni partecipanti, indossando maschere rappresentanti Giorgia Meloni, il neoeletto presidente statunitense Donald Trump, Joe Biden, il magnate Elon Musk, il presidente russo Vladimir Putin e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, hanno srotolato una bandiera palestinese macchiata di rosso e imbracciato fucili finti fatti di cartone. I manifestanti hanno poi intonato cori contro i lavoratori del consolato e gli Stati Uniti. "Gli Stati Uniti sono la nazione più guerrafondaia dell’umanità – hanno detto –. Non è possibile che la libertà ce la insegni un paese fondato sullo schiavismo". Insulti anche contro le forze dell’ordine schierate: "La polizia è qui per difendere chi è complice del genocidio in Palestina".

Re.Mil.