Nikole, prima profuga nata in Italia

La bimba è venuta al mondo all’ospedale di Rho dopo la rocambolesca fuga della madre e della sorellina

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di Roberta Rampini

Si chiama Nikole, pesa tre chili, è nata alle 00.43 di martedì 1° marzo all’ospedale di Rho. Il suo fiocco rosa non è come tutti gli altri appesi in questi giorni nel reparto di ostetricia e ginecologia: Nikole è la prima bimba rifugiata ucraina nata nel nostro Paese. La sua mamma ha fatto un viaggio dall’inferno della guerra a una terra sicura dove farla nascere. Trentuno anni, al nono mese di gravidanza, una vita come tante altre, lo scorso 24 febbraio la donna è scappata dall’Ucraina. Ha lasciato il compagno richiamato alle armi, caricato in macchina la primogenita di 8 anni e qualche bagaglio, viaggiato da sola per migliaia di chilometri e raggiunto l’hinterland milanese dove vive la nonna.

Nella loro casa a Ternopil, una graziosa città situata nella parte ovest dell’Ucraina, sulle rive di un lago artificiale, la giovane e il suo compagno avevano preparato la cameretta, vestitini per la neonata in arrivo e una culla coperta da un velo lilla. Avevano già scelto l’ospedale dove partorire, ma le cose sono andate diversamente. Quando Putin ha annunciato l’invasione dell’Ucraina, il compagno è stato richiamato dall’esercito, non può sottrarsi, c’è la legge marziale per chi lo fa. "Io vado in guerra, ma voi dovete andare verso la pace", ha detto alla sua compagna. Un ultimo forte abbraccio e la partenza del viaggio della speranza. Ci sono volute tre ore di auto per raggiungere il confine con la Polonia. Ma quando la donna è arrivata alla frontiera ha trovato 15 chilometri di coda. Qui ci sono gli uomini di nazionalità ucraina reclutati dall’esercito, possono passare solo donne e bambini.

La paura è tanta. Anche la confusione. La mamma e la bambina aspettano in macchina per tre giorni. Ci sono migliaia di fuggiaschi che cercano un passaggio oltre al confine. Finalmente ripartono, riescono a passare la frontiera polacca e raggiungere l’Italia. A Udine ad aspettarle c’è la nonna materna, che vive in provincia di Milano da qualche anno. Il meritato riposo dopo il lungo viaggio e gli abbracci lasciano subito spazio alle prime contrazioni.

Lunedì 28 inizia il travaglio e la donna viene ricoverata all’ospedale di Rho dell’Asst Rhodense. Poco dopo la mezzanotte, martedì primo marzo nasce Nikole. Il papà in mezzo ai bombardamenti riesce a vedere la piccola attraverso una videochiamata. Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha fatto gli auguri alla donna per il lieto evento inviando un messaggio di speranza: "Le ho mandato dei fiori da parte di tutti i lombardi. Spero che tutta la famiglia si possa presto riunire, a casa, in pace. Nel frattempo, qui loro sono al sicuro". Anche la vicepresidente e assessora al Welfare di Regione Lombardia Letizia Moratti commenta: "Un lieto evento, un germoglio di pace, tra le rovine di una guerra sanguinosa. È uno straordinario segno di speranza. La piccola sta bene, così come la madre".

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