BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Nido solo per coppie lavoratrici "Costretti da risorse limitate"

Il Comune annuncia il giro di vite. Le educatrici: si sottovaluta il nostro ruolo professionale

Nido solo per coppie lavoratrici  "Costretti da risorse limitate"

Nido solo per coppie lavoratrici "Costretti da risorse limitate"

di Barbara Calderola

Giro di vite sui nidi a Pioltello, la coperta è corta, la giunta sceglie e il Consiglio ratifica: porte aperte solo per bebè con entrambi i genitori che lavorano. "Una scelta obbligata, le risorse sono limitate – spiega Mirko Dichio (nella foto), assessore alla partita –. Se avessimo soldi accoglieremmo tutti, ma non è possibile. Chi è a casa può badare ai figli da sé". È il punto che inaugura in città la rivoluzione nei servizi per la prima infanzia: "Abbiamo rivisto le rette, che andranno da 0 a 550 euro, prezzi calmierati, e gli orari di ingresso all’insegna della flessibilità – aggiunge l’assessore –. Le famiglie potranno scegliere in base alle proprie esigenze: part-time, full-time, la copertura intera va dalle 7.30 alle 18 e si pagherà solo per quello di cui si usufruisce". Un’altra importante novità riguarda le iscrizioni: "Ad aprile chiudevano e chi nasceva a maggio saltava un giro, cioè aspettava un anno prima di poter fare domanda – ancora Dichio –. Con il nuovo sistema si potrà entrare in qualsiasi momento. Le classi non saranno mai al 100%, ma al 90 per permettere gli inserimenti". Eccezioni alla regola base di mamma e papà entrambi impegnati in fabbrica o in ufficio valgono per genitori studenti, "in quel caso l’accesso è garantito". Nelle tre strutture comunali ci sono a disposizione 114 posti, "molto richiesti, una trentina di bambini sono in lista d’attesa, la nostra è un’azione che punta alla conciliazione casa-lavoro – sottolinea l’assessore –. L’investimento del Comune sulla partita sfiora il milione l’anno, esclusi costi vivi e di manutenzione degli stabili". Non a tutti piace il nuovo corso, che prenderà il via a settembre. Le prime ad alzare il sopracciglio sono le educatrici di Futura, la municipalizzata alla quale i nidi sono stati esternalizzati. "Ammettere solo i figli dei genitori che lavorano si discosta dalla storia di questo servizio, che non risolve solo un problema di gestione delle famiglie, ma offre un supporto pubblico molto più ricco di senso, storia, significato – chiariscono le professioniste affiancate da Sial Cobas –. Proprio per verificare questi temi abbiamo chiesto un incontro in Commissione servizi sociali".