"Nessun accordo fra presidente Fontana e suo cognato"

MILANO

La Procura aveva contestato un inadempimento contrattuale perché, questa la tesi, quando quella fornitura dell’aprile 2020 affidata a Dama (da 75mila camici e altri 7mila dpi per 513mila euro) si era trasformata in donazione, dopo la consegna di circa 50mila camici, non erano stati più consegnati i rimanenti 25mila. Da qui l’accusa di frode. I pm avevano presentato ricorso contro la decisione del gup e la Procura generale aveva insistito in appello perché gli imputati andassero a processo. Gli elementi a loro carico, però, scrive la Corte milanese nelle 44 pagine di motivazioni depositate oggi, "sono irrimediabilmente insufficienti e contraddittori, e non si prestano a valutazioni alternative, aperte o comunque tali da poter essere diversamente valutati in dibattimento". Non c’è materia, in sostanza, per arrivare ad un processo, viene spiegato nella sentenza che ricalca quella del gup. La fornitura, spiega ancora la Corte, "e soprattutto il contestato inadempimento nella fornitura di circa 25.000 camici, non ha causato il paventato concreto pericolo per la salute pubblica".