Nel Paese dei votanti: in tv, non ai seggi

Enrico

Beruschi

Queste quattro righe il mio computer le sta scrivendo di domenica sera, ieri si è concluso il Festival, il massimo evento culturale dell’anno, con la votazione del vincitore: oggi i votanti, in Lombardia e Lazio, sono un po’ più scarsi, forse si sono esauriti nei giorni precedenti; la percentuale ai seggi è una vergogna!

Mi chiedo: ma il popolo si è dimenticato veramente che uno dei doveri principali è quello di partecipare alle elezioni, quelle vere, non quelle delle canzonette?

Tutto ciò mi rende un po’ malinconico; ma torniamo al festival (volendo vedere, ancora più triste), durato ore ed ore, con tutti che ridevano e non si capiva perché. Mi ero tenuto 5 sere libere per godermelo in santa pace e, per il freddo, addirittura dal letto: sono riuscito solo le prime due, annoiandomi, naturalmente tentando di leggere in contemporanea dei libri leggeri. La mia buona volontà si è spinta a tenere al fianco “Sorrisi e Canzoni” e mettere voti e commenti per ogni pezzo, ma abbassando il volume per non sentire inutili versi, dopo aver dato un’occhiata ai testi, tanto è vero che non sono riuscito a vedere in diretta lo sciocco che spaccava i fiori. Giovani adolescenti mi dicono che le sue canzoni sono belle, però ho fatto notar loro, che probabilmente manca delle basi di educazione e che, forse, era alterato per qualcosa d’altro. Tornando alle cose che dovrebbero essere serie: pare che le percentuali di voto delle regionali siano ferme al 30%; andrò a dormire sognando che, domattina, gli ignavi si risveglino pentiti e vadano a fare il loro dovere.

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