
di Francesca Grillo
Ci vuole coraggio e speranza quando si decide di aprire un’attività in tempo di crisi. Ma per qualcuno il termine stesso di crisi significa opportunità.
Come per Roberto D’Anna, 27 anni, meccanico specializzato in bici da corsa e corridore per passione, milanese del quartiere Giambellino. Il giovane ha deciso di aprire un negozio di bici poco lontano da casa, in via Salma al 33 a Corsico. “D’Anna Biciclette“ è più di un semplice negozio, di una classica ciclofficina: sarà una “bottega 2.0“, dice Roberto, pronto a una nuova sfida, consapevole delle difficoltà di questo periodo critico, con l’emergenza sanitaria ancora in atto, ma con tanta determinazione e passione profondissima per le bici, soprattutto da corsa.
Come ti è venuto in mente di aprire il negozio?
"È successo quasi per caso. Lo spazio l’ho preso 2 anni fa quando cercavo un laboratorio interno a un cortile per mettere tutto il materiale che avevo accumulato negli anni. Ho trovato questo posto, mi è piaciuto e ho pensato: a Corsico non c’è un meccanico specializzato in bici da corsa, il giorno che mi stanco di essere dipendente apro qui".
Ti sei stancato quindi.
"Ho lavorato da Rossignoli, bottega storica milanese, per anni. Ci lascio il cuore ma sanno che sono sempre disponibile. Ho imparato molto da loro. Ho sentito però l’esigenza di spiccare il volo. Ho gestito per alcuni anni l’antico negozio di via Solari a Milano, poi ho seguito la parte più tecnica delle bici da corsa nel laboratorio di via Garibaldi".
Com’è nata la tua passione?
"Quando ero bambino, andavo a scuola in bici di nascosto dai miei genitori perché pensavano fosse troppo pericoloso. Amavo salire in sella e poi smontare qualsiasi cosa con un cacciavite, aggiustarmi le bici, costruirne di nuove. Il giorno dopo la maturità ho iniziato a lavorare tra telai, gomme, manubri. Non ho più smesso. E poi corro in bici, ho partecipato a diverse competizioni a livello amatoriale".
Quale gara ti ha appassionato di più?
"Senza dubbio la 20k Ultra Trail: 1.200 chilometri di avventura estrema, compiuta ad agosto 2018. Vestendo la maglia Fulgenzio Tacconi, con il mio gruppo abbiamo portato a termine l’impresa in cinque giorni tra vette mozzafiato. Non ho mai vinto competizioni, ma mi piace mettermi alla prova. Questa corsa è stata una sfida prima di tutto con me stesso".
Ora sei pronto alla sfida con il negozio. Pensi di farcela?
"È un bel salto nel vuoto. La richiesta di bici è cresciuta, molte più persone la scelgono, soprattutto in questo periodo. Il bonus bici ha aumentato senza dubbio la vendita, quindi è probabile che ci sia bisogno ora di più assistenza. E poi c’è il covid: in molti hanno riscoperto la bici per evitare affollamenti sui mezzi pubblici. L’aumento dell’utilizzo porta automaticamente a un incremento delle richieste su tutti i servizi".
Quindi non sarà solo vendita?
"Sarà vendita, in particolare delle bici da corsa che amo, ma anche assistenza, officina, riparazione. Sono anche appassionato di bici d’epoca, mi piace restaurarle. Ne ho alcune, come una appartenuta al ciclista Renzo Zanazzi del 1949, una Stelbel dell’86 e una Pettenella".
Il negozio di via Salma è pronto, manca solo l’insegna.
"C’è ancora la vecchia con scritto “Panetteria“. La dovrei togliere, ma un po’ ci sono affezionato: vorrei che le bici andassero via come il pane, come si dice. Ma mi piace l’idea di farmi la nomea del meccanico buono come il pane".