ANNA GIORGI
Cronaca

Quattordici condanne per i "narcos", 6 anni all’ex modella donna del boss

Carla Martelli, 67 anni, era legata al braccio destro di Vallanzasca. Si è chiuso così il processo a carico di due bande di narcotrafficanti specializzati nell’importazione di hascisc dal Nordafrica e di cocaina dai Paesi Bassi

Carla Martelli, 67 anni, ex di Pino di Girolamo

Milano, 8 novembre 2016 - Quattordici condanne in abbreviato e dodici patteggiamenti. Si è chiuso così il processo a carico di due bande di narcotrafficanti specializzati nell’importazione di hascisc dal Nordafrica e di cocaina dai Paesi Bassi. Droga che, stando a quanto emerso dalle indagini condotte dal pm Marcello Musso, arrivava in Italia a bordo di tir per essere poi commercializzata nelle province di Milano, Monza e Brianza e Siracusa tra gennaio e luglio 2014. È l’esito processuale dell’operazione ribattezzata "Dexter", scattata il 27 aprile con l’arresto di 31 persone. Dodici di loro hanno patteggiato la pena fino a un massimo di quattro anni e otto mesi.

In 14 hanno invece scelto la strada del rito abbreviato (formula che prevede lo sconto di un terzo della pena) e sono stati tutti condannati dal gup Maria Vicidomini a pene fino a un massimo di nove anni di carcere. Tra questi anche Carla Martelli, classe 1949, ex fotomodella che negli anni Settanta era legata a Pino di Girolamo, personaggio di spicco della banda Vallanzasca, condannata a sei anni di carcere. Due degli arrestati hanno invece optato per il rito ordinario e il processo a loro carico prenderà il via a breve. Non è invece stato possibile procedere nei confronti di altri due presunti narcotrafficanti, un italiano e un albanese, che si erano resi irreperibili all’arresto e risultano ancora latitanti. Archiviata la posizione di un albanese. Era la criminalità albanese ad avere assunto un ruolo centrale in questa inchiesta. "Una criminalità – aveva spiegato il capo della sezione Narcotici Andrea Olivadese – che ha sempre più spazio e potere: si tratta di compagini estremamente coese e ramificate sul territorio, con un ricambio generazionale più facile". Organizzazioni capaci di approvvigionarsi da canali autonomi e movimentare carichi di una certa consistenza, tali da consentire ai loro capi di competere persino con i calabresi in fatto di convenienza nel rapporto qualità-prezzo.

E così quella che all’inizio era un’inchiesta su una banda specializzata in rapine a mano armata (in programma l’assalto a un portavalori mai realizzato) si è gradualmente trasformata in un’inchiesta sul traffico di droga. C’erano due gruppi criminali: il primo acquistava hascisc da fornitori nordafricani e lo distribuiva a una rete di acquirenti e sub-acquirenti sia in Lombardia (e a Milano in particolare) che in Sicilia (nella provincia di Siracusa); il secondo si procurava la cocaina da Belgio e Olanda (fornitori e intermediari albanesi) e la smerciava tra Milano, hinterland e altre aree della Brianza e della Bergamasca, avvalendosi di acquirenti pluripregiudicati (anche per mafia nel caso di Angelo Giuseppe Auricchio) e di spacciatori incalliti come Carla Martelli, certificato penale di sette pagine con ben nove condanne per violazione della legge sugli stupefacenti.