STEFANIA CONSENTI
Cronaca

Museo etrusco, l’apertura slitta al 2020

Fra le novità: un ristorante stellato oltre a bookshop e caffetteria

Rendering museo etrusco

Milano, 12 gennaio 2019 - Slitta all'estate del 2020 l’apertura del Museo d’arte Etrusca della Fondazione Rovati a causa di alcuni intoppi nella ristrutturazione della sede, palazzo Bocconi-Carraro, in Corso Venezia 52. Lo annuncia Giovanna Forlanelli Rovati, vicepresidente della Fondazione Rovati. Lei sarà la futura direttrice del museo, affiancata dal conservatore Giulio Paolucci e da un consulente, Luca Massimo Barbero, che darà un tocco di «contemporaneità».

Un grande giardino sul retro del palazzo, la caffetteria, un bookshop (gestito da Johan & Levi Editore, fondata nel 2005 dalla stessa Giovanna Forlanelli Rovati) e perfino un ristorante stellato sono fra le ultime novità del progetto di restauro (suggestiva la parte ipogea del palazzo) firmato dall’archistar Mario Cucinella. «Nel piano nobile progettato negli anni Sessanta dall’architetto Filippo Perego, “una casa ritrovata“, esporremo la Collezione Cottier-Angeli che abbiamo acquistato in Svizzera e riportato in Italia grazie ad un accordo con il Ministero dei Beni per le Attività culturali - racconta l’infaticabile Giovanna, moglie di Lucio Rovati, il primo ad appassionarsi all’arte etrusca -. Si tratta di 700 reperti, buccheri e impasti etruschi, considerati dagli esperti la più completa raccolta di vasi del periodo arcaico, presa come riferimento dai grandi musei del mondo».

Quella di aprire un museo archeologico, ammette Forlanelli, appassionata di arte contemporanea «è una scommessa ambiziosa in Italia perché c’è in primo luogo un problema reale con i materiali da esporre. Non vogliamo entrare in competizione con altri musei, in Italia abbiamo Villa Giulia, con il quale collaboriamo, e soprattutto siti archeologici importanti. Ma desideriamo offrire ai visitatori, anche internazionali, un luogo più focalizzato, multimediale, sull’esempio dei piccoli musei che ci sono all’estero, penso a Londra. Un centro di riferimento per il restauro e la ricerca, che attiri un pubblico vasto, non solo di addetti ai lavori». Le premesse sono buone, a partire dalla progettazione del museo che si sta sviluppando come una «start up», con una modalità diversa anche «solo se si pensa alla ideazione delle vetrine e del percorso di visita».

Ma come nasce questa passione per il collezionismo etrusco dei Rovati? «Collezionare - svela Giovanna - è una passione di famiglia. Mio suocero, Luigi Rovati, imprenditore farmaceutico e ricercatore, ha sempre accompagnato l’impegno per la crescita dell’azienda da lui fondata, la Rottapharm, con la passione per l’arte classica. E mio marito Lucio, medico, è cresciuto pure lui con una grande sensibilità per l’arte classica. Poi, dopo una visita a Tarquinia, ha cominciato a girare per aste e mercatini e a comprare reperti etruschi. E io con lui, anche se prediligo l’arte contemporanea. Oggi abbiamo 4.200 reperti. Poi la svolta con l’acquisto della collezione straordinaria Cottier-Angeli. Nel frattempo abbiamo comprato altre due collezioni (Cremonini e Cambi), stavolta in Italia, che serviranno a completare l’offerta museale nella parte didattica».

Fra gli acquisti importanti anche il bronzo del guerriero “Cernuschi“, probabilmente potrà diventare il logo del futuro museo. «Prima di fare gli acquisti - conclude Giovanna Rovati - ci confrontiamo con le istituzioni competenti, per avere il via libera ed essere sicuri della provenienza certificata di ogni pezzo che finirà nelle vetrine della pinacoteca». Nel frattempo chi desidera un assaggio può sempre visitare la mostra «Il viaggio della Chimera» nel Civico Museo archeologico, con 200 pezzi alcuni dei quali provienienti dalla Fondazione Rovati e che faranno parte del futuro museo di arte etrusca.