Musei di Milano, la cultura si fa a distretti/ LA MAPPA

La giunta ha approvato il piano strategico che individua delle macro aree culturali in ogni zona della città sull’esempio di grandi realtà internazionali

Il castello sforzesco di Milano

Il castello sforzesco di Milano

Milano, 3 gennaio 2021 - Aspettando la riapertura dei musei (l’ipotesi è per metà mese), il Comune di Milano fa da apripista con una nuova riorganizzazione dei musei civici che guarda al futuro, prendendo spunto da realtà internazionali come Amsterdam, Rotterdam, Vienna: “1 Città, 20 Musei, 4 Distretti”, è il piano strategico che trasforma la città in quattro grandi distretti museali situati in altrettante zone della città, caratterizzate da un’elevata concentrazione di istituzioni culturali.

La novità per gli utenti? L’offerta culturale diventerà sempre più organizzata, integrata, dinamica. "I musei non saranno pù entità a se stanti ma assumeranno una forte valenza di presidio territoriale", sintetizza Marco Minoja, direttore del settore Cultura del Comune di Milano. E in futuro ci saranno anche dei "risparmi" perchè ad esempio attualmente in un distretto come quello del centro, che riunisce dalla Gam al Pac e Museo di Scienze naturali ci sono direttore diversi e anche gestori differenti per quanto riguarda gli appalti dei servizi aggiuntivi, quindi bookshop e ristorazione. In futuro si potranno unificare ottenendo interessanti risparmi gestionali.

Ma veniamo alla ricerca. Nelle quattro aree sono stati inseriti 23 musei civici: Sempione (Castello Sforzesco, Museo Archeologico, Acquario civico), Duomo (Palazzo Reale, Museo del Novecento, Museo del Risorgimento, Palazzo Morando, Palazzo della Ragione, Studio museo Messina), Giardini (GAM, PAC, Museo di Storia Naturale, Planetario, Casa Museo Boschi-Di Stefano, Palazzo Dugnani), Ansaldo (Mudec). All’area Ansaldo afferiscono anche i progetti speciali CASVA, Arte negli Spazi Pubblici, Casa della Memoria, Reti e Cooperazione Culturale.

Mentre, ad esempio, nel distretto Giardini l’offerta viene integrata con altri istituti: dalla Fondazione Rovati alla Biblioteca e Archivio di Stato all’Istituto svizzero. Ogni distretto ha una "proiezione automatica con il suo territorio di riferimento", perchè la missione è stringere un rapporto sempre più stretto con i vari quartieri della città. Un piccolo ma significativo passo per cominciare a costruire la "città dei quindici minuti". Naturalmente il centro è privilegiato storicamente come collocazione di musei e istitituti culturali.

Lo sforzo sarà quello di rendere sempre più "diffusa" l’esperienza culturale sul territorio.

La ricerca che ha prodotto il piano strategico è stata cofinanziata da Fondazione Cariplo ed è stata svolta dalla Direzione Cultura del Comune di Milano insieme a Fondazione scuola dei beni e delle attività culturali e al Gruppo di ricerca ASK – Bocconi. La redazione del Piano è stata invece svolta da Ptsclas.

 

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