NICOLA PALMA
Cronaca

Multe scontate in cambio di cene e regali: tre vigilesse versano 24mila euro per chiudere il processo erariale

Milano, le tre dipendenti comunali furono arrestate nel 2019 con l’accusa di aver manomesso i dati dei verbali. Via libera della Corte dei Conti al versamento di ottomila euro a testa a Palazzo Marino

L'indagine aveva scoperto il sistema usato dalle tre agenti (foto di archivio)

L'indagine aveva scoperto il sistema usato dalle tre agenti (foto di archivio)

Milano – Ottomila euro a testa per chiudere la causa davanti alla Corte dei Conti. Un totale di 24mila euro nelle casse del Comune, a fronte dei 50mila contestati tra mancate entrate e danni da disservizio e all’immagine. È la scelta processuale adottata dalle tre dipendenti arrestate nel 2019 con l’accusa di aver "aggiustato" le multe prese da automobilisti "amici" in cambio di cene gratis e altri vantaggi economici. Cinque anni fa, le indagini del Nucleo investigativo portarono in cella Assunta Montuoro e Anna Maria Vardaro, amministrative in servizio all’Unità riscossioni e relazioni con il pubblico di via Friuli, e l’agente di polizia locale Irene Cariello.

Secondo quanto ricostruito dai militari, le indagate si introducevano nel sistema informatico di gestione delle contravvenzioni per regolarizzare le posizioni debitorie di persone che non avevano pagato i verbali o pretendevano di farlo con lo "sconto" oltre i termini. In sintesi, hanno ricostruito i giudici contabili nelle sentenze con cui hanno dato il via libera all’abbreviato, "i dipendenti della polizia locale Montuoro e Vardaro (anche con il concorso di altri colleghi), fruendo dell’accordo e della complicità tecnica della loro collega Cariello, avevano notato una possibilità di utilizzo illecito del sistema informatico Pro.Sa, in uso alla polizia locale di Milano per la registrazione delle infrazioni, la gestione delle sanzioni amministrative irrogate e l’abbinamento con i pagamenti effettuati dai trasgressori, in modo da far fittiziamente risultare pagate multe a vantaggio di soggetti in realtà inadempienti, a fronte della corresponsione di un’utilità economica da parte di questi ultimi". In particolare, "i trasgressori entravano in contatto, per pregressa conoscenza o attraverso l’intermediazione di soggetti vicini alle imputate, con le stesse Montuoro e/o Vardaro, esprimendo la volontà di regolarizzare pendenze con il Comune di Milano".

A quel punto, "Montuoro e Vardaro effettuavano un preliminare accesso in banca dati e verificavano lo stato del procedimento amministrativo relativo ai trasgressori con i quali erano venute in contatto. Nel caso in cui individuassero verbali risalenti nel tempo e quindi ormai raddoppiati nell’importo (ma non ancora iscritti a ruolo), proponevano al trasgressore di regolarizzare la loro posizione attraverso la consegna in contanti del denaro corrispondente al pagamento della sanzione in misura ridotta, offrendo quindi un rilevante vantaggio patrimoniale al trasgressore, che otteneva di pagare la metà di quanto invece sarebbe stato obbligato a corrispondere se si fosse recato agli sportelli del Comando della polizia locale". Cariello "si occupava di accedere al sistema informatico e di modificare abusivamente i dati relativi alle infrazioni, in modo da farle fittiziamente risultare pagate".

In sede penale, Cariello ha patteggiato 2 anni, 6 mesi e 20 giorni di reclusione, mentre Vardaro e Montuoro hanno a loro volta "concordato" 3 anni e 2 mesi e 3 anni e 4 mesi. Le tre hanno versato in totale 6.300 euro a Palazzo Marino, "pari al complessivo profitto generato dai comportamenti illeciti". Poi è arrivata la Procura della Corte dei Conti, che ha contestato un danno per l’amministrazione di 49.610,89 euro, di cui 28.811 per danno da mancata entrata, 8.241,80 per danno da disservizio e 12.558,08 per danno all’immagine. Le tre si sono costituite in giudizio, presentando l’istanza di giudizio abbreviato e dichiarandosi disponibili a versare 8mila euro a testa. Preso atto del parere positivo del pubblico ministero e dei soldi bonificati, i giudici hanno chiuso il caso.