DIEGO VINCENTI
Cronaca

Com’è bella questa Milano, il racconto della città in cento fotografie

Una mostra ospite fino al 24 febbraio delle Highline Galleria Vittorio Emanuele

Da destra, in senso orario, Darsena (1977, Alberto Dubini)

Milano, 26 ottobre 2018 - I passeggeri del metrò. Stretti in fila. Ognuno a sfogliare il proprio telefonino. E poi magari, nella parete a fianco, due ragazzi sdraiati nell’erba, la Vespa parcheggiata sullo stradino di sabbia, i piedi nelle acque grigie dell’Idroscalo. A cosa mai starà pensando invece quell’elegante signora seduta in tram, lo sguardo torvo che speri di non ritrovartela a cena? È strano come il primo sentimento che emerge forte osservando le fotografie di «Tutta mia la città!», sia una qualche strana forma di tenerezza. Sarà per una Milano che non c’è più. Sarà che vengono in mente i nonni e quei racconti spesso ragionati fuori in un dialetto spurio, fra l’invettiva e la cantilena. Sarà che certi sguardi hanno subito le caratteristiche di una personalissima madeleine, dove si affonda da qualche parte nella memoria malinconica e ci si lascia andare, onda su onda. O meglio: foto su foto. E ce ne sono parecchie in questa mostra ospite fino al 24 febbraio delle Highline Galleria Vittorio Emanuele (ingresso da via Pellico 2), voluta dal Gruppo MilanoCard, con il Circolo Fotografico Milanese, il Civico Archivio Fotografico e il fotografo Andrea Cherchi.

«È un racconto per immagini che inizia nel 1867 – spiega Edoardo Scarpellini, direttore di MilanoCard –. L’abbiamo pensata affiancando una foto di ieri con una dello stesso posto ma dei giorni nostri. Per evidenziare i cambiamenti della città, incentrati sulla sua fruizione. Basti osservare le foto dei rifugi antiaerei diventati attrazioni turistiche, la metropolitana anni ’80 dove ancora la gente si parlava o i dipendenti della Fiera in pausa pranzo seduti con la “schiscetta”, con a fianco l’immagine di un rider che ora ci porta il cibo in ufficio».

Oltre cento scatti in bianco e nero. Attraverso Instagram si potrà cercare di aggiungere in esposizione la propria foto, mentre una serie di visite guidate a tema e “lab” per bimbi arricchiranno il percorso. Il resto è tutto in quegli scatti. O meglio: in una Milano che si fa bella coi suoi angoli più inaspettati: il negozio di Ottica dei fratelli Galliena in corso Colombo; gli uffici della Torre Galfa nel 1968 (foto meravigliosa, sarebbe piaciuta al Bianciardi), un salotto Anni ’50 dove è chiaro come la vera degenerazione dei nostri tempi sia legata all’uso indiscriminato della tuta da ginnastica. O ancora i bauli in Stazione Centrale. Di quando gli immigrati eravamo noi.RIPRODUZIONE RISERVATA©