
di Massimiliano Mingoia
Un brutto segnale. Come ai tempi del primo lockdown del marzo scorso. Nelle ultime settimane la media dei morti giornalieri a Milano è raddoppiata da 46 a oltre 80 a causa dell’aumento dei contagi da Covid-19 (decuplicati dal 4 ottobre a domenica scorsa) e il Comune ha deciso di limitare gli accessi al forno crematorio del cimitero di Lambrate. Nello specifico, a partire da domani le persone decedute a Milano ma non residenti in città non potranno essere cremate dall’amministrazione comunale meneghina.
Numero chiuso al Crematorio. Questione di dati. Lo spiega nel dettaglio una determina comunale che premette: "Il crematorio di Lambrate dispone di quattro linee di cremazione che soddisfano la domanda di servizio generata in relazione ad una mortalità media, nel territorio milanese, pari a circa 46 decessi al giorno". Si parla di tutti i morti nel capoluogo lombardo, residenti o no nello stesso. "La cremazione è garantita ove non ostino difficoltà tecniche o cause di forza maggiore – continua il documento –. Eventuali incrementi della mortalità giornaliera, registrati per un periodo limitato e con entità non superiore al 20%, sono gestiti attraverso il deposito temporaneo dei feretri, conservati nelle celle refrigerate al servizio del crematorio (133 celle)". Ma l’incremento dei decessi in città ormai ha superato ampiamente quota 20% e il Comune è costretto a correre ai ripari. "Nel territorio milanese – si legge nella determina – si sta registrando una crescente mortalità media giornaliera anche con picchi superiori a 80 decessi al giorno. La situazione sta compromettendo la normale capacità operativa del crematorio e del deposito di Lambrate, con tempi di attesa per la cremazione superiori a cinque giorni dall’arrivo a Lambrate dei feretri". Risultato: torna d’attualità l’ordinanza firmata dal sindaco Beppe Sala lo scorso 26 marzo, in pieno lockdown. Un’ordinanza che consente di limitare le cremazioni a Lambrate solo ai morti residenti a Milano.
Sette mesi fa, quel provvedimento era stato un primo passo per certificare la situazione di emergenza: il 3 aprile, infatti, il Comune aveva deciso di chiudere il crematorio di Lambrate perché la situazione era diventata ingestibile. La struttura aveva riaperto il 20 aprile, ma solo per i morti milanesi, non per i non residenti. La situazione era tornata alla totale normalità solo qualche settimana dopo. Ora però si torna a limitare le cremazioni a Lambrate. Brutto segno.