Covid, la denuncia dell'antimafia: "C’è chi festeggia per i morti del virus"

La denuncia del capo dell’antimafia Alessandra Dolci dopo un’intercettazione di un’indagine in corso

 morti per Covid

Al cimitero Maggiore le tombe dei morti Covid che nel primo lockdown non avevano parenti

Milano, 13 novembre 2020 - C’è anche chi ride per i morti del virus. Ricordate quei due imprenditori che al telefono pregustavano affari in arrivo grazie alle vittime del terremoto in Abruzzo? Ogni tragedia ha i suoi sciacalli. "Anche nelle mie indagini recentemente abbiamo colto dei commenti entusiastici sull’avanzare della pandemia e sull’incremento del numero dei decessi" si lascia scappare il procuratore aggiunto Alessandra Dolci. Nei giorni scorsi il capo dell’antimafia milanese partecipava via web ad un convegno sulle mafie in Lombardia. Aveva appena ascoltato l’audio di un’intercettazione fresca fresca relativa ad una nuova indagine e non è riuscita a trattenersi. Una frase precisa quella registrata dagli investigatori, che non lascia dubbi sul fatto che anche oggi, appena qualche giorno fa, mentre centinaia di persone purtroppo muoiono tutti i giorni nella nostra regione, qualcuno stia facendo il tifo per il virus e non per il vaccino.

«Sono azioni che vanno sanzionate, osserva il magistrato riferendosi ovviamente non ai commenti sarcastici ma ai comportamenti illeciti che ne sarebbero conseguiti. Top secret, naturalmente, protagonisti e interpreti di questa inchiesta tuttora in corso. Ma certo non sono mancate, negli ultimi mesi, le occasioni in cui il procuratore aggiunto Dolci ha parlato dell’emergenza sanitaria come occasione di grandi affari per un certo genere di imprenditoria. Dispositivi di sicurezza, s ervizi funebri, sanificazione. Sono questi i nuovi ambiti in cui la criminalità organizzata (ma non solo) si sta espandendo sfruttando l’emergenza sanitaria. Per il capo della direzione distrettuale antimafia di Milano, "già durante i primi mesi della pandemia i nostri indagati orientavano i propri interessi dai traffici di stupefacenti ai tentativi di accaparramento dei presidi sanitari. Fin dall’inizio si attivavano per recuperare scorte di mascherine dalla Cina e immetterle sul mercato italiano".

Nessuna sorpresa , dunque, se chi ha interessi in gioco non controlli nemmeno al telefono il proprio cinismo. L’importante per il magistrato, con tutti i denari che in vario modo vengono distribuiti dal governo, è che i controlli funzionino."Condivido l’urgenza di dover sostenere le imprese. Ora però starà all’autorità giudiziaria, alle forze di polizia e ai cittadini esercitare, anche se a posteriori, una forma di controllo.

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