Milano, 2 dicembre 2024 – È ancora ricoverato in gravi condizioni all’ospedale San Paolo, anche se ieri sera ha aperto gli occhi, ed è uscito dal coma farmacologico dando i primi segni di miglioramento. Fares Bouzidi, il 22enne originario della Tunisia era alla guida dello scooter che, al termine dell’ inseguimento dei carabinieri, si è schiantato contro un muretto in via Quaranta, nei pressi del Corvetto. Nell’incidente è morto il passeggero, Ramy Elgaml, il 19enne egiziano.
Il 22enne, in attesa di un eventuale intervento, è attualmente agli arresti domiciliari al Policlinico. La gip Marta Pollicino, infatti, nei giorni scorsi ha convalidato l’arresto, per resistenza a pubblico ufficiale nei confronti del ragazzo e ha diposto i domiciliari a casa della sorella dove si trasferità quando sarà dimesso dall’ospedale.
Il giudice, che non ha ancora potuto interrogarlo, al momento non ha nemmeno potuto dare esecuzione al provvedimento in assenza della firma dell’indagato. Solo le sue parole potranno chiarire gli aspetti ancora irrisolti della dinamica che ha portato alla tragedia. E solo la sua firma negli atti lo porterà al “ricovero“ nella casa della sorella. Nemmeno l’autopsia condotta in questi giorni sul corpo del 19enne morto scioglie i dubbi su cosa sia successo esattamente la notte tra il 23 e il 24 novembre. Non chiarisce, insomma, se ci sia stato o meno un impatto tra lo scooter guidato da Fares Bouzidi e la pattuglia dei carabinieri. Il pm Marco Cirigliano ha chiesto quindi ai militari della prima sezione del Nucleo investigativo altri accertamenti tecnici sulla Giulietta dell’Arma e sul Tmax del 22enne in cerca di possibili tracce di un impatto precedente tra i due mezzi.
Il sospetto è che il 19enne Ramy nella caduta abbia colpito il palo di un semaforo. Lo stesso poi abbattuto, una frazione di secondo dopo, dalla pattuglia dei carabinieri. L’amico della vittima e il vicebrigadiere dell’Arma che era alla guida sono indagati per omicidio stradale. Ma i tempi dell’inchiesta si annunciano lunghi.