Coronavirus, operatrice morta: "Siamo in trincea, ma nessuno va allo sbaraglio"

Il direttore dell’Asp Golgi Redaelli: le mascherine ci arrivano centellinate, reclutiamo 50 nuovi operatori per evitare il burnout nelle Rsa

Enzo Lucchini, direttore generale dell’Azienda Servizi alla Persona Golgi Redaelli

Enzo Lucchini, direttore generale dell’Azienda Servizi alla Persona Golgi Redaelli

Milano, 30 marzo 2020 - "Siamo di fronte a una pandemia, la situazione è critica ma nessun dipendente viene mandato allo sbaraglio, stiamo lottando con tutte le nostre forze per proteggere pazienti e operatori". Enzo Lucchini, direttore generale dell’Azienda Servizi alla Persona Golgi Redaelli paragona la lotta contro i contagi dal coronavirus nelle Rsa a uno "svuotare il mare con le mani". Contagi che, nelle strutture gestite dall’Asp, hanno già mietuto la prima vittima tra i lavoratori, l’operatrice socio-sanitaria di 58 anni Rosaria Di Fabio. "È un grande dolore anche per noi - spiega - è scomparsa un’operatrice impareggiabile che, nonostante i problemi di salute, non si è risparmiata".

Proprio per le sue condizioni, non era possibile tenerla lontana da situazioni a rischio? "Noi abbiamo una popolazione di operatori di età media piuttosto alta, alcuni con problemi di salute. A Rosaria non abbiamo chiesto di svolgere mansioni che la mettessero a rischio ma il lavoro ordinario che prevedeva anche contatti, con tutte le cautele del caso, con pazienti che non manifestavano sintomi. Quello che ha interessato Rosaria è stato un infortunio sul lavoro da causa virulenta, e l’Inail seguirà il caso". I sindacati chiedono però maggiori protezioni. "Siamo di fronte a un’emergenza impressionante, ma siamo riusciti almeno a garantire il minimo, rispettando i protocolli e applicando misure ancora prima della direttiva regionale. Il problema è che le mascherine e i dispositivi di protezione sono arrivati centellinati, in misura appena sufficiente, da parte di Protezione civile, Regione e Ats. Vorrei ringraziare la Prefettura". Avete provato ad acquistare mascherine in autonomia? "Ci siamo mossi evitando i tanti “pataccari“ e rivolgendoci solo ad aziende serie, ma è impossibile. Le mascherine vengono requisite, servono agli ospedali". Avete ricostruito come è entrato il virus nelle vostre Rsa? "C’è stata un’indagine epidemiologica, tracciando un percorso probabilmente partito dall’ingresso di un paziente positivo ma senza sintomi . Ci sono stati contagi e stiamo facendo di tutto per contenerli, con un grande sforzo dei lavoratori". Vi state muovendo per inserire nuovi operatori? "Vogliamo evitare il burnout, il nostro esercito ha bisogno di forze fresche e per questo inseriremo 50 nuove figure. Per gli Oss pescheremo dall’ultima graduatoria, gli infermieri sono quasi introvabili. Cercheremo tra partite Iva e altre graduatorie". Il vostro settore è stato trascurato? "Riconosco che siamo in emergenza e la priorità va data agli ospedali. In tutti i tavoli abbiamo chiesto attenzione, abbiamo portato a casa almeno il minimo". È possibile un tampone a tappeto su tutti i dipendenti? "Ci sono dei limiti, perché servirebbe una mole sterminata di kit e inoltre nessuno assicura che chi è negativo oggi non possa contagiarsi domani".

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