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Morta in ospedale dopo un aborto. Il processo slitta di 7 mesi

Un'emorragia costò la vita a una donna di 40 anni. Giudice trasferito per alcuni mesi a Lodi, procedimento rinviato a fine settembre

Una sala operatoria (foto di repertorio)

Milano, 20 febbraio 2021 - È stato rinviato di 7 mesi, al 29 settembre 2021, il processo a carico di due ginecologi dell'Humanitas di Milano accusati della morte, per dissanguamento, di una donna di 40 anni, durante un intervento di raschiamento successivo a un aborto spontaneo, nell'aprile 2018. Il giudice Maria Idria Gurgo di Castelmenardo della undicesima sezione penale del Tribunale di Milano, a cui è stato assegnato il procedimento, è stata trasferita a Lodi fino a luglio.

L'inchiesta per omicidio colposo, coordinata dal pm Mauro Clerici, nacque dalla denuncia del compagno della donna. Dopo l'aborto spontaneo alla nona settimana di gravidanza su consiglio della ginecologa si era recata all'Humanitas per sottoporsi al raschiamento. La perforazione dell'arteria uterina complicò l'intervento con un'abbondante emorragia che i tre medici non sarebbero stati in grado di gestire, secondo l'accusa, correttamente. Provvedendo alle trasfusioni, non capirono, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, che era necessario asportare l'utero con urgenza. Una volta decisa l'isterectomia, ormai era tardi, nonostante l'intervento dell'équipe di chirurgia generale della clinica di Rozzano. E' ancora in corso la trattativa sul risarcimento alle parti civili da parte dell'assicurazione dell'ospedale. E ora il rinvio per l'indisponibilità temporanea del giudice.