
MILANO
Uscì di casa il mattino presto per andare a comperare una macchina nuova, poi propose alla moglie di andare a mangiare una pizza in ricordo della figlia di nove mesi morta di fame, di sete e di stenti la notte prima, dopo 4 giorni di febbre a 39. Era il 18 novembre del 2016. I genitori della piccola Aurora, sei chili scarsi a nove mesi, guance scavate, cranio deformato dall’immobilità, piaghe sul corpo, i polmoni gonfi di acqua e insetti nella culla furono condannati a 12 anni per maltrattamenti aggravati, il pm ne avevi chiesti 20. Marco Falchi e Olivia Beatrice Grazioli, 41 e 38 anni, papà e mamma di Aurora davanti al giudice non ammisero mai i maltrattamenti. Aurora stando alle perizie, si spense "in una lenta e terribile agonia, senza nemmeno più la forza di piangere o tossire per manifestare la sofferenza". Nessun pediatra l’aveva mai visitata in nove mesi. Il contesto di degrado era tale che i poliziotti della squadra mobile durante i sopralluoghi nell’appartamento di via Severoli, periferia Est di Milano, e per tutti i mesi delle indagini, furono assistiti da uno psicologo inviato dal Ministero.
Nelle ore successive alla morte della bimba i genitori avevano tentato di ripulire la casa per evitare che emergesse il degrado. In casa però, i poliziotti avevano trovato scarafaggi anche nel frigo, la culla della bimba accanto alla cuccia del cane in condizioni igieniche estreme. La piccola aveva una fortissima dermatite perché nessuno le cambiava il pannolino. Nella dispensa della cucina solo biscotti, latte vaccino allungato con acqua e camomilla. Secondo l’accusa, Aurora veniva lasciata nella culla per ore senza che le cambiassero posizione. Dall’autopsia era emersa una enorme piaga infettata sulla schiena provocata dalla mancanza di movimento e danni ai polmoni per l’ingestione di liquidi e cibo da sdraiata.
Anna Giorgi