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Pasti e bagno col cronometro, bufera a Mondo Convenienza

Un dipendente multato per aver contestato l’organizzazione di tempi e spazi dopo il lockdown: scatta la vertenza

Come gesto simbolico il dipendente ha consumato il pasto davanti al negozio

Milano, 30 luglio 2020 - Per protestare sull’organizzazione post-lockdown dei tempi e degli spazi per la pausa pranzo ha organizzato un picnic solitario, fuori dal punto vendita di San Giuliano Milanese, ed è stato punito con una sanzione di quattro ore di sospensione della propria retribuzione, sottratte dalla busta paga. La multa inflitta da Mondo Convenienza a un dipendente e delegato della Filcams-Cgil, motivata con il "danno d’immagine" di fronte ai clienti, è la punta dell’iceberg di rapporti tesi tra i sindacati e la catena. "La nostra forza è il silenzio", si legge in un volantino della Cgil che riprende il celebre slogan dell’azienda che ha fatto successo con i mobili a basso prezzo. E ieri la sanzione è stata impugnata davanti al Tribunale del lavoro di Milano.

«I problemi con l’azienda hanno radici antiche – spiega Danilo D’Agostino, sindacalista della Filcams-Cgil – e riguardano anche il trattamento delle donne lavoratrici che, quando diventano madri e chiedono di poter utilizzare i congedi parentali previsti dalla legge, in alcuni casi subiscono pressioni tali da dover rinunciare al posto di lavoro. Con l’emergenza sanitaria, la situazione è solo peggiorata". A far scoppiare un nuovo scontro è stata l’organizzazione del rientro al lavoro dopo il lockdown, con la necessità di riorganizzare gli spazi all’interno dei punti vendita per ridurre al minimo gli assembramenti e i contatti tra i dipendenti. A San Giuliano Milanese, denuncia il sindacato, nell’area dove i lavoratori consumano i pasti "ci si è limitati solo a stabilire il numero degli accessi, cioè massimo 6 lavoratori su 70 dipendenti, sostenendo che il consumo del pasto andrebbe fatto in 15 minuti, spiegando ai lavoratori di uscire dal negozio e mangiare per strada come unica soluzione alternativa".

Dopo aver consumato il pasto "al volo" per lasciare posto ai colleghi, i lavoratori devono trascorrere il resto della pausa pranzo (in genere dura un’ora e mezza) fuori dal punto vendita. E le trattative per organizzare diversamente i turni, magari con orari che consentirebbero ai dipendenti di tornare a casa per mangiare, si sarebbero concluse con una fumata nera. Ma al centro della protesta c’è anche "il conteggio dei minuti per i lavoratori che devono fermarsi per andare in bagno o bere l’acqua, con tanto di persona ad una postazione che inserisce il tempo impiegato con un software".

Lo scorso 13 giugno, per protesta, il delegato sindacale ha portato da casa un tavolino e ha organizzato un picnic fuori dal negozio, consumando il suo pasto in solitaria. E il 21 luglio è arrivato il provvedimento disciplinare dell’azienda, impugnato dal sindacato. Fabrizio Sechi, responsabile Risorse umane di Mondo Convenienza, replica che tutte le misure nei punti vendita sono dovute alla necessità di "tutelare i nostri collaboratori e i nostri clienti. Abbiamo messo in atto una serie di iniziative e azioni che vanno in questa direzione: contingentamento degli ingressi, utilizzo di mascherine guanti e gel disinfettante, misurazione corporea della temperatura, sanificazione degli ambienti di lavoro e degli strumenti utilizzati e separatori in plexiglass".