Molotov, risse, omicidio: "Il Gratosoglio ha bisogno di aiuto"

Milano, in una lettera il presidente del Municipio 5 chiede attenzione al Comitato per l’ordine pubblico: "Escalation da inizio anno. Serve più sicurezza anche per favorire il lavoro degli operatori sociali"

Le finestre dello stabile del Gratosoglio colpite dalle bottiglie incendiarie

Le finestre dello stabile del Gratosoglio colpite dalle bottiglie incendiarie

Le molotov scagliate contro l’ex fabbrica di via Gratosoglio 61 giovedì notte sono l’ultimo episodio "di una continua e preoccupante escalation" visto che "si ripetono situazioni di violenza, aggressioni, effrazioni, occupazioni abusive e altro che producono nel quartiere un evidente stato di paura e di illegalità". Comincia così la lettera di Natale Carapellese, presidente del Municipio 5, indirizzata a prefetto, questore, sindaco e assessori per chiedere di mettere all’ordine del giorno la “questione Gratosoglio“ al Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico.

A infiammare ancora gli animi dei cittadini è stato il lancio, tre notti fa, di tre molotov, una inesplosa, contro l’ex cotonificio Cederna diventato rifugio di senzatetto. “L’ospite“, un trentasettenne egiziano, è uscito incolume. Tutte le ipotesi restano aperte: il gesto potrebbe avere matrice politica oppure c’entrare con le dinamiche criminali, come quelle che ruotano attorno allo spaccio di droga. Ancora: un mese fa, la notte tra il 6 e il 7 aprile, due gruppi si erano fronteggiati prima a Rozzano e poi in via Baroni: una maxi rissa di almeno 15 persone “condita“ da colpi di pistola in aria. Due, i feriti: un venticinquenne centrato all’occhio da un pugno e un quarantasettenne che ha riportato lievi traumi. Deceduto, invece, il ventiduenne marocchino soccorso la notte di Pasqua dopo essere stato accoltellato alla schiena.

Per quanto riguarda l’ex cotonificio, la prospettiva è "sgombero e messa in sicurezza in accordo con la proprietà, TMR Cederna", scrive il numero uno del Municipio 5, aggiungendo che "l’area potrebbe diventare un luogo di rigenerazione urbana attraverso un progetto edilizio sostenibile che favorisca il mix abitativo e sociale", preludio "alla futura rinascita". Note dolenti, poi, "sotto le torri di via Saponaro 36 e 38 ma anche in via Baroni vicino al capolinea del tram 3. Vengono segnalate scorribande nelle cantine e sui tetti delle torri, spesso ad opera di ragazzi minorenni.

E nel quartiere sono aumentati i minori non accompagnati". Insomma "c’è un malessere denunciato, sentito e pervasivo – conclude Carapellese – che va affrontato con tutti i mezzi utili a favorire la migliore coesione sociale, l’istruzione e la partecipazione, da affiancare alle buone pratiche di parrocchie, scuole e associazioni del terzo settore. Si sente il bisogno di una azione concertata, di una maggiore presenza delle forze dell’ordine negli orari serali e notturni che aiuti gli operatori sociali a rafforzare il clima di solidarietà e di convivenza civile". Da qui, la richiesta di parlare del Gratosoglio al Comitato per la sicurezza.

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