Milano, la federazione ferma l’orco del maneggio

Dopo le denunce del nostro giornale interviene la giustizia sportiva. L'istruttore sospeso per 60 giorni. "Può colpire ancora"

Bimbi a cavallo

Bimbi a cavallo

Milano, 10 gennaio 2019 - Non era un allarme vano quello lanciato poco più di un mese fa. Perché le molestie e le violenze sessuali sui minori nello sport sono una sconcertante realtà. Più diffusa di quanto si possa immaginare, con pericoli concreti per i più piccoli. Negli spogliatoi e sui campi di gara. Ma forse il muro d’omertà comincia a scricchiolare, i timori e la vergogna lasciano il posto alle denunce. E grazie a queste si arriva a indentificare l’orco, finora abituato a confondersi e a mescolarsi bene fra i giovani atleti. Lui che sa mentire anche perché spesso aiutato, coperto, protetto. Non sempre gli va bene. Le Procure delle varie Federazioni,sollecitate dal Coni, sono in silenzioso lavoro da mesi. Soprattutto nelle discipline equestri. In Lombardia è questo uno degli sport, col calcio, il basket e lo sci, dove si registrano i maggiori casi di molestie. L’ultimo sanzionato nei giorni scorsi. Si apprende, infatti, che il 7 gennaio 2019 un istruttore equestre di secondo livello di un circolo ippico dell’hinterland milanese è stato sospeso in via cautelare per 60 giorni dal Tribunale Federale che motiva così la decisione: «Sussiste il fondato pericolo che il sig..., qualora l’attività di insegnamento da lui attualmente esercitata sia svolta a contatto con altri allievi minorenni, possa compiere ulteriori abusi con conseguenze gravi ed irreparabili». Meglio fermarlo prima che sia troppo tardi, dunque.

In attesa di capire come agirà la giustizia ordinaria, quella sportiva comincia a muoversi. Anche perché l’attività formativa che istruttori e tecnici svolgono con giovani atleti deve essere sempre limpida, mai equivoca. Da tempo molti genitori insistono sul fatto che l’istruttore nell’equitazione, come l’allenatore negli sport di squadra, dovrebbe sempre “operare” in pubblico ed evitare situazioni dove si possa trovare da solo con l’atleta. Proprio perché nello sport, spesso, l’orco ha il volto rassicurante. Proprio come dovrebbe essere quello di un istruttore.

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