Pedofilia e sport, la nostra inchiesta: chi abusa può tornare in gioco

Nemmeno la condanna penale mette fuori causa gli "orchi" e ci sono differenze tra le regioni: ecco perchè

Un giovane calciatore

Un giovane calciatore

Milano, 2 dicembre 2018 - Le molestie e e gli abusi sui minori nello sport sono più frequenti di quanto si possa immaginare. E spesso quando si manifestano episodi di violenza su giovani atleti si tende a insabbiare il fattaccio per non rovinare la “reputazione” della società o, in taluni casi, della federazione sportiva coinvolta. Già, è questo il vero problema: omertà e vergogna sono le vere cause delle poche denunce. Ma sulle molestie sessuali in ambito sportivo pesa anche un’evidente carenza di controlli e tutele. E solo grazie al coraggio di alcuni genitori si arriva a scoprire e processare i responsabili di questi gravi reati.

Nel mirino non solo i centri dove si pratica il calcio. Dall’equitazione al baseball, dal nuoto al basket, dallo judo allo sci. E a tradire la fiducia spesso sono proprio gli allenatori o gli istruttori, coloro i quali dovrebbero formare i giovani atleti. I dati forniti dal Coni all’inizio del 2018 non rispecchiano del tutto la gravità della questione: da quando è stata istituita la Procura generale sono stati esaminati 47 casi di abusi su minori o su ragazze, ma quel che preoccupa è il “sommerso”, perché come detto non tutti denunciano. Anzi, il maestro-allenatore resta una sorta di guida, il modello al quale ispirarsi.

Eppure spesso incorrono in processi sportivi allenatori già condannati dalla giustizia ordinaria e finiti in carcere. Il problema è che in Italia, scontata la pena, gli allenatori possono tranquillamente tornare ad allenare negli ambienti dove hanno commesso abusi sessuali su minori, perché non vi è l’obbligo di presentare il certificato antipedofilia. Perciò chi ha subito condanne non è identificabile. Come ha fatto un allenatore di calcio che, scoperto e condannato in Piemonte, ha poi allenato indisturbato in Lombardia dove nessuno lo conosceva. La stessa Lombardia, il Lazio e il Piemonte sono le regioni dove sono stati istituiti il maggior numero di processi sportivi. Nella nostra regione le molestie riguardano soprattutto calcio, basket ed equitazione (ma si sono registrati casi anche nello sci alpino). Giulio Mola